venerdì 24 ottobre 2014

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SABLÉ: Tessuto ottenuto con un' armatura particolare che gli conferisce un aspetto granuloso, ma uniforme con effetti contrastanti e puntinati sul fondo che lo rendono brillante: si usa in camiceria e teleria in genere.


SACO: Giacca tradizionale Maya realizzata in tessuto di lana. Può presentarsi con applicazioni di passamanerie di disegni diversi,o ricamate, o anche senza guarnizioni.

SACCO: Termine usato nel 1300 per indicare una veste maschile. Attualmente è una tela ruvida a trama larga con cui si confezionano i sacchi e le vesti di alcuni ordini religiosi.

SACCOCCE: Nel 1700 tale termine indicava dei cuscinetti che le donne mettevano sotto le loro vesti in sostituzione dei cerchi, per mantenere dli abiti ampi. Oggi è un altro termine per indicare le tasche.

SACCOS: Tipica cuffia di lino usata dalle antiche donne ateniesi per raccogliere i capelli.

SAGLIA: Veste femminile in uso nel 1500 e 1600 che prende il nome dal tessuto con cui abitualmente era fatta; era un abito molto ampio tanto da richiedere un'enorme metratura di tessuto, solitamente di colore unito e con maniche lunghe. Oggi indica un tessuti in seta, molto morbido, con armatura a saia.

SAGO: Sopravveste in lana, lunga fino al ginocchio, senza collo ma con ampie maniche, che veniva indossata sopra la tunica e fermata in vita da una cintura. Era in uso presso i soldati  nel IV e V secolo per rimanere come mantello in uso in ambito militare anche per le epoche successive.

SAGUM FRISONICUM: Corto mantello adottato dai Franchi nel IX secolo.

SAGUM GALLICUM: Mantello di origine gallica, più ampio e lungo del Frisonicum, dalla forma quadrata e che veniva affibbiato sul petto e sulla spalla; inizialmente usato da poveri e civili, dal V secolo in poi divenne un indumento tipicamente militare. Quello degli ufficiali romani era più piccolo e di colori più accesi di quello dei soldati, mentre quello del comandante era di colore rosso.

SAHARIANA: Nome derivante dal deserto africano del Sahara. Giacca usata dalle truppe coloniali realizzata in cotone pesante o lino o velluto a coste impermeabilizzato che presenta un taglio ampio, lungo ai fianchi, con collo a camicia, tasche a toppa sul petto e a soffietto sui fianchi, cintura in vita  e maniche lunghe con fibbie ai polsi. Col tempo il modello è diventato di uso comune nell'abbigliamento casual.

SAIA: Armatura fondamentale dei tessuti, in genere di peso medio e leggero, con rigature oblique sia sul dritto sia sul rovescio, dovute all'intrecciarsi dei fili di ordito con la trama secondo una regolare progressione. E' detta anche saglia o levantina.

SAIO: Veste maschile con maniche aperte fino al polso e portato sul farsetto, o giubbetto,  che lasciava vedere dagli spacchi le maniche della camicia.

SAKELLA RIDIS: Qaulità di cotone Egiziano.

SALE E PEPE: Termine italiano per indicare il fil-à-fil, ovvero il piccolo disegno a puntini che si ottiene alternando fili di trama e di ordito chiari e scuri.

SALEM: Cotone prodotto in Cambogia e impiegato specialmente per lavori casalinghi.

SALLIA: Tessuto pettinato rasato, di peso medio o leggero, prodotto con armatura batavia, tinto in filo o pezza ed utilizzato in drapperia.

SALLIONE: Tessuto pesante con superficie ad effetto diagonale, usato soprattutto per pantaloni da uomo e abiti sportivi.

SALOPETTE: Voce francese, di provenienza norvegese che significa tuta. E' un indumento, originariamente da lavoro, costituito da un paio di pantaloni uniti ad una pettorina con bretelle cucite nella parte posteriore e allacciabili anteriormente. Solitamente fatta in denim, ma viene fatta anche in altri tessuti.

SALTIMBARCA: Cascchino maschile in uso a partire dalla metà del 1500 che veniva realizzato in stoffe dorate e argentate con ornamenti preziosi per i ricchi e in panno grigio e aperto di fianco, senza maniche per i contadini. Nel 1860 divenne una giacchetta lunga e grigia con la fodera colorata che veniva portata dalle damo come paletot primaverile da campagna.

SALVAR KAMEEZ: Abito in uso in India dalle donne mussulmane che viene abbinato con i pantaloni da indossare sotto e il velo finemente lavorato che usano per coprire la testa ed il viso.

SAMARRE: Corta giacca in velluto, bordata internamente di pelo di montone che veniva indossata dalle donne olandesi negli ultimi anni del 1600 e nei primi del 1700.

SAMUE: Tradizionale abito da lavoro dei monaci zen giapponesi, realizzato in cotone o lino e nei colori marrone o indaco.

SANDALO: Calzatura aperta, molto probabilmente di origine mediorientale, composta in genere da una suola e da una parte superiore a strisce di cuoio o stoffa.

SANFORIZZAZIONE: Termine derivato dal nome dell'americano Sanford Cluette, che inventò tale procedimento. E' un trattamento a cui viene sottoposto il tessuto, specialmente il cotone, per renderlo irrestringibile o farlo restringere in modo controllato.

SANGALLO: Nome derivante dalla città Svizzera di Sangallo, è un tessuto a pizzo di cotone, lino, raion, usato per abiti da sera, camicette e guarnizioni.

SANITIZED: Trattamento di sterilizzazione cui vengono sottoposti alcuni capi o tessuti destinati alla produzione di lenzuola di ospedali, biancheria intima, abbigliamento per neonati.

SANSEVIERA: Fibra tessile ricavata dalle foglie di una pianta che cresce nei paesi tropicali che viene usata per cordami, stuoie e tessuti grossolani.

SAPONATURA: Operazione attuata ai tessuti dopo la tintura, in cui vengono lavati a fondo e saponati in acqua bollente per eliminare la parte di colorante assorbito ma non fissato nelle fibre.

SARACENA: Indumento maschile in lana fabbricato nei paesi Saraceni, da cui appunto prende il nome, in uso in Italia nel 1300 quando vi era la tendenza a seguire le mode straniere.

SARAFAN: Abito tradizionale russo usato dalle contadine fino al XX secolo, poi divenuto abito tradizionale per le feste popolari. Il Sarafan è formato da un corpetto aderente e da un'ampia gonna lunga fino ai piedi, neri o a fiori e in broccato nelle versioni più eleganti,che vengono indossati con una camicia dalle maniche ampie, un fazzoletto portato sulla testa ed annodato sotto il collo e dal tradizionale copricapo Kokoshnik.

SARAN: Fibra di capolimerocloruro di vinile e cloruro di vinilidene, prodotta negli USA.

SARAPE: Tipico indumento messicano maschile caratteristico dello stato di Coahulia, nella zona nord-occidentale del Messico. Lo sarape consiste in una sorta di poncho realizzato a mano, in lana e tinto con una base di colore scuro, sul quale poi vengono realizzate delle fascie di colori vivaci ed accesi, come rosso, giallo, arancione, verde ecc.

SARGIA: Dal francese antico stoffe di seta, è il nome di un'antica stoffa che indica un tessuto per abiti con intreccio diagonale.

SARI: Costume nazionale indiano costituito da un ampio telo di cotone, seta o stoffa sintetica, stampato a disegni vivaci ed arricchita da perline, pietre, specchi, oro o argento, lunga dai 5 ai 9 metri il cui ultimo metro finale presenta una variante della fantasia. Sono numerose e differenti le tecniche di lavorazione dei sari:
-ZARI: Tipo di lavorazione che utilizza un ordito in fili metallici sia d'oro sia d'argento, i cui broccati di seta sono famosi in tutto il mondo.
-JAMDANI: Tecnica di lavorazione che utilizza filati di differente tipologia sino a creare una sorta di mussolina con decorazioni geometriche e soprattutto floreali, come rose, jasmine e fiori di loto.
-ZARDOSI: Tecnica di ricamo grazie alla quale i tessuti vengono impreziositi da oro, argento e pietre preziose, risultando così essere tra i più costosi sia per i materiali preziosi utilizzati sia per la difficoltà di tipologia di ricamo.
-CHIKANKARI: Tecnica di decorazione molto particolare con la quale il motivo viene stampato con colori non permanenti sul tessuto utilizzando dei blocchi di legno, sopra al motivo così stampato si procede a ricamare; il ricamo viene fatto con diverse tipologie di punto e solitamente questo lavoro viene svolto da più persone in quanto ognuna è esperta in un punto soltanto. Il tessuto poi viene lavato per eliminare le tracce del disegno.
-KALAMKARI: Tecnica di pittura che può essere fatta sia sui tessuti in seta che su quelli in cotone e prevede l'utilizzo di una penna di bambù chiamata kalam; le tinture utilizzate sono sempre tinture naturali e in questo caso la maggior parte dei disegni è d'ispirazione religiosa, mitologica o culturale.

SARNER: Giacca-cardigan in maglia tipico dell'Alto Adige. Tradizionalmente di colore nero, poi fabbricato in numerose altre varianti, si presenta in un modello a girocollo in lana cotta, bordato in contrasto colore e con bottoni di diversa fattura, dall'osso al corno, dal legno al metallo che arrivano fino al collo.

SAROCCHINO: Corta mantelletta ornata di conchiglie un tempo usata dai pellegrini. E' chiamata anche Sanrochino.

SARÒNG: Termine derivato dal malese sarung, che indica una tipica veste in cotone stampato o seta,  sia maschile sia femminile, dell'arcipelago malese. E' un lungo telo di 5 o 6 metri che viene avvolto attorno al corpo, per poi essere annodato attorno alla vita o al torace; le donne lo indossano abbinato al kebays. Negli anni '40 venne diffuso in occidente come capo da spiaggia, per poi ritornare in voga verso gli anni '80 anche come modello di gonne i abiti drappeggiati giornalieri o da sera.

SARSENET: Stoffa pregiata tessuta a mano, molto in voga nel Medioevo, con cui venivano confezionati per lo più gli abiti dei ricchi.

SARTO: Dal termine di origine tardo-latina sartor, ovvero rammendatore, indica la figura professionale che in ambito moda ha il compito di confezionare gli abiti in maniera artigianale.

SARTORIA: Laboratorio in cui vengono prodotti i capi di abbigliamento in maniera artigianale e non secondo i processi di industrializzazione.

SARTORIALE: Termine che indica, in contrapposizione al vestito confezionato in serie, il taglio di un capo su misura e la sua lavorazione completamente eseguita a mano.

SASHIKO: Tecnica di ricamo usata in Giappone generalmente per decorare i kimono per scopi puraente decorativo o per riparare strappi e punti di usura. Viene fatto con filo bianco su fondo blu, ma talvolta è impiegato anche filo rosso.

SATIN: Dall'arabo Zaitun, che indicava la città cinese di Lia-Tungma da cui proveniva il prodotto, è l'ltro termine usato per indicare il raso.

SATINATO: Tessuto che ha subito il processo di calandratura e che, per ciò, risulta essere lucido.

SAXONY: Termine che indica alcuni tessuti classici cardati realizzati con lane molto fini dalla mano morbida e dolce che in origine venivano prodotti con lana della Sassonia, da cui il nome. Con tale nome si identificano anche tutte le lane merinos più fini.

SBANDIERAMENTO: Termine usato nel gergo della moda per indicare un difetto modellistico che si presenta, ad esempio, quando i due davanti di un abito o le due gambe del pantalone, non sono in perfetto appiombo, ma divergono tra loro.

SBERNIA: Sontuoso mantello femminile di moda in epoca rinascimentale che veniva indossato non molto lungo e appuntato sul petto, lasciandolo poi drappeggiato sulla persona con eleganza. E' detto anche Bernia.

SBIANCA: Trattamento a cui volgono sottoposte le fibre tessili che devono essere depurate da tutte le impurità indesiderate per ottenere così un colore bianco puro, senza danneggiare le fibre.

SBIECO: Termine che indica la direzione, in diagonale, da seguire per tagliare la stoffa di certi modelli che necessitano di una caduta facilmente drappeggiabile e per cui non bisogna seguire il drittofilo del tessuto. Si dice anche Sghembo.

SBUFFO: Tipico rigonfiamento di varia ampiezza in maniche, vestiti e pantaloni.

SCACCHIERA: Tessuto a quadri o a losanghe come la scacchiera. E' detto anche scaccato.

SCALA DI HAUMMAN: Tabella convenzionale usata nella valutazione delle pellicce, per stabilire la durata media di un vello. La suddivisione dei valori va da un minimo di 5 ad un massimo di 100.

SCAGLIE o SPINA DI PESCE: Tessuto di cotone a diagonali spezzate in modo da sembrare tante spine o scaglie di pesce.

SCALDAMUSCOLI: Accessorio simile a calzettoni, ma più spessi e privi di piedi, che vengono indossati nella parte inferiore delle gambe. Nati come indumento per ballerini, negli anni '80, grazie a film  come 'Flashdance' o 'Saranno Famosi', divennero accessorio di moda.

SCALFO: Termine usato per indicare la parte inferiore del giromanica di un corpino o camicia.

SCAMOSCIATO: Tipo di pellame ricavato da pelli ovine trattate con concia grassa all'olio, capace di renderle morbide e simili alla pelle del camoscio. Vengono solitamente usate per la confezione di guanti e abbigliamento.

SCAPOLARE: Parte dell'abito monastico costituita da una striscia di stoffa, lunga due volte l'altezza della persona, di forma rettangolare con apertura per la testa, pendente sul petto e dorso

SCARPA: Dal germanico skarpa, ovvero sacca di pelle. Indica la struttura formata da una parte superiore, detta tomaia, e da una inferiore a contatto con il terreno, suola e tacco, che copre e protegge il piede. La tomaia è divisa, a sua volta, in punta, mascherina (dove si trovano lacci ed occhielli), gambetti e calcagno. I tipi di scarpe principali sono:
-DECOLTÉ: scarpa che presenta uno scollo intero che può essere a "uovo" a "cuore" o "semiquadrato"; può essere aperta o chiusa da un cinturino (es. alla Carlo IX o alla Charleston).
-SANDALO: calzatura aperta chiusa da strisce di cuoio tessuto, che possono essere a mo' di "frate", a "infradito", "spuntato" ecc.  
-ALLACCIATE: come il modello Francesia e Derby o Oxford, o le Sneakers.
-MOCASSINI
-STIVALI: calzature che possono presentare una struttura elasticizzata, a tubo o a tronchetto. Ne esistono varie tipologie, come quella a finestra, a tronchetto cernierato, ad anfibio, il modello beatles, il tex mex, il camperos e quello a cavallerizzo.

SCARPA GIULIETTA: Elegante modello di calzatura femminile di moda nei primi anni del XX secolo, caratterizzata da un'apertura sagomata sui lati e da una lunga lingua incorporata alle tomaie, che raggiunge le caviglie.

SCARSETTA: Piccola bosetta, solitemente di forma quadrata, di moda a partire dal 1300-1400, sia per uomini che per donne. Poteva essere alla moda francese, con punte allungate, o tutta lavorata alla moda spagnola. Era solitamente di cuoio ma anche di stoffa pesante per le signore, usata generalmente per riporvi i denari.

SCHAUBE: Corto mantello maschile di origine germanica, di moda nel 1510 circa, foderato di pelliccia con lunghe maniche pendenti, molto ampio, tanto da formare delle profonde canne all'estremità; il collo era largo e piatto, e si appoggiava sulle spalle, rendendole di forma squadrata. Oggi è una veste talare in forma più allungata.

SCHENTI: Detto anche Scendit, era un perizoma di lino, più o meno suntuoso o succinto, di forma semicircolare, pieghettato su tutta la superficie. Faceva perte dell'abbigliamento egiziano e veniva indossato dai faraoni e dagli alti dignitari di corte. Veniva portato sovrapponendo le due estremità anteriormente, in modo che una di esse creasse un prolungamento a forma si lungo trapezio capovolto e ricadente in avanti a pendaglio. Spesso era stretto in vita da un vistoso cinturone.

SCHIACCIAVENTRE: Busto rinforzato coon stecche di balena o altro materiale, in uso dal 1890 al 1910 circa.

SCHIAVINA: Lunga veste maschile di panno pesante, con cappuccio e ampie maniche, in uso nel 1300 e indossata specialmente  dai pellegrini.

SCIALLATO: Termine che deriva dalla parola scialle, ovvero che gira intorno alla nuca e cade sul petto.

SCIALLE: Tessuto, maglia o pizzo di forma rettangolare, triangolare o arrotondata, da appoggiare morbidamente sulle spalle e annodare sul davanti. Di ispirazione orientale, fu in voga per tutto l'800.

SCIAMITO: Drappo fine vellutato, usato anticamente come ornamento di vesti o mantelli femminili.

SCIAMMA: 1- Bianca toga di cotone indossata dagli Abissini.
2- Ampio simile simile ad un mantello indossato dai guerrieri e dai nobili dei popoli dell'Africa Orientale.

SCIANCRATURA: Termine che deriva dal francese échancrure, che significa scavatura. In gergo sartoriale, indica un tipo di taglio dell'abito, con accentuazione del punto vita.

SCIARPA: Lungo pezzo di tessuto che si avvolge attorno al collo per ornamento o per proteggersi dal freddo. A seconda delle occasioni, può essere in seta, lana, pizzo, tulle, pelliccia...

SCIMMIA: Animale la cui pelliccia viene usata in pellicceria.

SCIRAZ: Seta proveniente dalla città omonima della Persia.

SCIVOLATO: Termine usato nella moda per indicare un abito o capo spalla dalla linea sciolta, non aderente e leggermente svasato sul fondo.

SCOIATTOLO: Piccolo roditore la cui pelliccia viene usata in pellicceria.

SCOLLATURA: Taglio per l'apertura del collo nell'abito o nella maglia, fatto per farci passare la testa. Può avere diverse forme, più o meno larghe, dettate da esigenze stilistiche, come quella rotonda, quadrata, a cuore, asimmetrica, a girocollo, a barchetta, a "v", a cappuccio, a canottiera, all'americana, fantasia, posteriore (sul dietro) ecc.

SCOLLATO: Dicesi di abito o camicia che lascia scoperto in modo vistoso il collo, le spalle o il peto. Tale termine può anche far riferimento ad una scarpa dalla linea classica che lascia scoperto il collo del piede.

SCOMPONIBILE: Termine usato per indicare un tipo d'abito che può essere trasformato a seconda delle occasioni e delle esigenze in abito da mattino, da pomeriggio o da sera.

SCOPINATURA: Nell'industria della seta, operazione mediante la quale i bozzoli, dopo essere stati macerati in acqua riscaldata da vapore, vengono sfregati da spazzole rotanti allo scopo di provocare il sollevamento dei capifilo.

SCOTOLATURA: Operazione nel trattamento del lino e della canapa eseguita con appositi macchinari, in cui la fibra viene separata dalla parte legnosa e composta in mannelli. In seguito la fibra sarà pronta per essere sottoposta alle operazioni di preparazione alla filatura.

SCOZZESE: Tipico tessuto pettinato o cardato di peso medio, a quadri con colori vivaci, di origine scozzese e oggi fabbricato ovunque. Il disegno distingue gli abiti dei vari clan scozzesi, alcuni dei quali, come i Balmoral, sono irriproducibili, perché esclusivi della casa reale inglese.

SCUCITO: Dicesi di abito o parte di indumento qualsiasi che presenta, in alcuni punti, una cucitura disfatta o separata dal resto del tessuto.

SEA-ISLANDS: Tipo di cotone americano tra i più pregiati, do colore bianco.

SEALSKIN: Termine inglese per indicare una pelliccia di foca. Il termine viene anche usato per indicare un tessuto di lana molto lucente che imita la pelliccia di foca.

SECCHIELLO: Modello di borsa, generalmente in stoffa o in pelle, ma anche in corda o altro materiale, chiusa tramite cordoncino e occhielli o coulisse, che presenta una base tonda o quadrata e ha una struttura morbida.

SEERSUCKER: Stoffa di origine indiana, leggera e a righe, di seta o raion, la cui superficie increspata è ottenuta tessendo insieme fibre con differente capacità di restringimento. Un altro metodo è quello di tendere molto i fili di ordito alternandoli a fili molto lenti.

SEE-THROUGH: Termine inglese usato per indicare un vestito o una camicia trasparente. Era una linea creata dagli inglesi dopo la seconda guerra mondiale come anticipazione del nude look poiché venivano usati tessuti trasparenti rinforzati con tessuti opachi nei punti più strategici dei vari abiti.

SELFACTING: Filatoio di tipo intermittente o discontinuo, costituito da due parti principali, e usato in filatura per l'operazione di torsione data dal movimento rotatorio dei fusi che si trovano sulla parte mobile del filatoio.

SELLINO: Cuscinetto di crine di moda nel 1890, che sostituiva la crinolina, ormai sorpassata, e serviva a dare maggior ampiezza alla linea posteriore degli abiti femminili dell'epoca.

SEMISBIECO: In un tessuto è la linea che si trova tra la diagonale dello sbieco e del dritto filo.

SEPALBA: Filato di raion a bave continue di acetato a tratti per fargli assorbire colorazioni diverse con effetto fantasia.

SERAFINO: Tipo di maglietta in cotone, con girocollo aperto e chiusa da tre bottoncini nella parte superiore.

SERGE: Stoffa con intreccio diagonale da cui deriva il denim.

SERVIZIO DISTRIBUTIVO: Riguarda tutti gli aspetti legati alla vendita e finalizzati a garantire un ottimo posizionamento del prodotto sul mercato.

SERWAL: Pantalone tipico arabo, che viene indossato sotto la Djellaba, ampio sui fianchi e stretto alle caviglie.

SETA (SE): Fibra tessile naturale prodotta dalla larva della farfalla Bombyx mori, un baco che si ciba delle foglie del gelso; fila i bossoli ed essuda filamenti lunghi anche centinaia di metri che formano il filo. E' originaria della Cina e venne poi introdotta anche in Europa nel Medioevo.

SETA CHITON: Seta plissettata inventata e brevettata da Poiret per le sue toghe greche.

SETA DEL BURITI: Fibra  estratta dalla Palma Buriti, presente in America Centrale e Sud America, i cui filamenti resistenti venivano usati per fissare i manufatti realizzati in Capim Dourado. Onde evitare l'estinzione della pianta, ora al suo posto vengono impiegati fili di seta color oro.

SFENDONE: Striscia o nastro di tessuto ricamato, usato dalle donne Greche per ornare e raccogliere i capelli.

SFILATE DI IMMAGINE: Eventi di moda fatti semestralmente (A/I e P/E)per presentare ufficialmente la collezione ai buyers e ai media.

SFODERATO: Termine usato per indicare un qualsiasi capo d'abbigliamento senza fodera interna, oppure foderata solo a mezzo busto o solo nelle maniche.

SGAMBATO: Dicesi di slip e costume da bagno o altro, che non scende sulla coscia ma rimane leggermente più alto dell'inguine.

SGHIRATTO: Detto anche zibellino da mano, di moda nel 1500, era una sciarpa di pelliccia che a volte era d'oro o d'argento, impreziosito da occhi di rubini o topazi e spesso incastonato su minuscole gemme. Una catenella d'oro inserita nei denti o nel naso della bestiola, serviva per appendere la sciarpa alla stola, oppure veniva portata al collo o retto su una sola spalla; era uno degli accessori più pregiati dell'epoca.

SHA: Tecnica di tessitura giapponese con la quale si ottiene una seta molto leggera e sottile che viene tessuta con colori diversi, generalmente sfondo nero e motivi rossi.

SHABBY CHIC: Tendenza ad indossare capi di abbigliamento strappati e logori proposti secondo i dettami della moda e non così conciati per via della loro usura effettiva.

SHAMMA: Scialle dai disegni geometrici usato presso le tribù del Corno d'Africa, che viene generalmente abbinato ad abiti bianchi. Per le cerimonie religiose si usa una versione ricamata con motivi a croce e simboli in relazione al credo ortodosso.

SHANTUNG: Trascrizione inglese della regione cinese di Shangtung, indica quel tessuto di seta tussah, o misto seta, dalla superficie ruvida ed irregolare, con nodi e grumi. Quello originale ed autentico è pregiatissimo perché viene prodotto da  una bava doppia emessa contemporaneamente da due bachi e caratterizzato dalla sua notevole irregolarità.

SHAPE MEMORY: Tessuto capace di mantenere la propria forma originaria anche dopo esser stato lavato e sgualcito.

SHASHIA: Copricapo maschile nazionale tunisino e che viene indossato da molte popolazioni islamiche, che consiste in un berretto cilindrico a forma di calotta, in lana pettinata ed infeltrita color vermiglio.

SHEARLING: Termine usato per indicare la pelle conciata e rovesciata, o un tipo di giaccone di montone.

SHEESHEDAR: Chiamato anche Shisha, è il tipico ricamo indiano più comunemente conosciuto Mirror Work e che si realizza con l'ausilio di piccoli frammenti di specchio, a difesa contro il malocchio, bordati di fili colorati e che fanno parte di più ampi disegni geometrici o che rappresentano la flora e la fauna. Vengono applicati nelle vesti femminili e tramandati di madre in figlia; con il tempo sono diventati una sorta di linguaggio atto ad identificare la comunità di appartenenza ed il proprio stato sociale.

SHEPHERD'S PLAID: Tessuto caratterizzato dal particolare intreccio che forma un piccolo motivo a quadretti bicolori, solitamente bianco e nero. Viene fatto in lana, per i tailleurs, cotone ed in fibra sintetica.

SHETLAND: Nome delle isole che si trovano al largo della costa scozzese. Così si chiama la lana di particolari pecore delle stesse isole da cui si ricavano tessuti o maglieria cardati, con la caratteristica superficie cosparsa di lunghi peli lucenti. Il termine venne poi esteso per qualsiasi tipo di lana che produce una superficie simile.

SHIBORI: Tecnica di confezionamento e tintura di stoffe ed abiti proveniente dal Giappone, e simile al Tye-dye, che consiste nel tingere i vestiti dopo averli legati al fine di ottenere sfumature sul prodotto finito; infatti shibori deriva del verbo shiboru che significa legare, stringere. Tale tecnica, iniziata come esigenza nei periodi di povertà, divenne poi un'arte molto pregiata nel periodo Edo per tingere sete e cotoni, così nacquero differenti tecniche di tintura shibori, che si differenziavano a seconda della zona geografica. Le più note sono:
-ARIMATSU: Si disegna la stoffa e si creano dei nodini sul tessuto; questo poi viene tinto ed il colore, non entrando nei nodi, crea trame con fantasie alternate e altre vuote.
-MIURA: Vengono fatti nodi a cappio che assorbono la tintura e danno vita a trame e sfumature sfocate.
-ARASHI: Tecnica di tintura su capo, il quale viene legato attorno ad un lungo palo in modo che la tinta usata produca effetti ottici a "tempesta".
-NUI: Prevede la cucitura del motivo sulla stoffa prima della tintura.
-SUJI: Tecnica in cui l'abito viene piegato e legato nella parte centrale con una corda, per poi essere tinto ed asciugato.

SHIMEBATA: Processo giapponese secondo cui, tramite un telaio rudimentale, dei fili di cotone legano quelli di seta creando dei disegni su ciascuno di questi. I fili vengono poi immersi in un liquido rosso, derivato dalla bollitura della corteccia rossa dell'albero di teichigi, e successivamente immersi nel fango, e di nuovo nel liquido rosso fino ad assumere una colorazione nera. I fili colorati vengono infine intrecciati su un telaio molto più raffinato a formare il famoso disegno kasuri.

SHIRAZ: Tipo di pelliccia ricavata da agnelli della razza Karakul, provenienti dall'omonima città iraniana, che vengono uccisi al ventesimo giorno dalla nascita. E' una pelliccia meno pregiata a causa dell'ambiente originario in cui si trova e del conseguente aspetto del pelo che risulta essere meno lucido e più scadente rispetto alle altre pellicce ricavate dalla stessa razza Karakul.

SHOCKING: Termine inglese che significa scioccante, ed in ambito moda è usato per indicare un colore o una gradazione piuttosto intensa, quasi violenta.

SHOPPING: Termine che indica:
1- Shopping Bag, tipo di borsa abbastanza capiente, di forma trapezoidale o rettangolare, con i manici lunghi.
2- Il fare acquisti, andare in giro per negozi e comprare.

SHORT: Termine che significa corto e che viene usato per indicare genericamente i pantaloni corti.

SHOW ROOM: La sala in cui si presentano le collezioni ai compratori e dove si raccolgono gli ordini.

SHTREIMEL: Tipico cappello di pelliccia he viene indossato da molti ebrei haredi coniugati nel giorno dello Shabbat e durante altre feste ebraiche. In alcune comunità Yerushalmi i ragazzi lo iniziano ad indossare a partire dal bar mitzvah.

SHU: Ricamo chiamato anche "Chuan" e proveniente dalla Cina Occidentale, che vede rappresentati fiori, foglie, animali, montagne, fiumi e figure umane in una molteplicità di metodi e categorie per tessere.

SILESIA: Tessuto di cotone o rayon, apprettato e calandrato, usato per lo più come fodera per capi d'abbigliamento.

SILHOUETTE: Sagoma, linea, profilo, forma esterna stilizzata del corpo o di una figura.

SILON: Fibra sintetica poliammide da caprolattame, prodotta in Cecoslovacchia.

SINTETICA: Tipo di fibra ottenuta attraverso processi di sintesi chimica, sulla base di varie materie, tra cui principalmente i sottoprodotti della distillazione del carbone e del petrolio. Si producono sottoforma di filamenti o fiocco e vengono classificate in: poliammidiche (lilion, nylon, perlon), poliestere (movil, meraklon, politene ...), poliacriliche (acrilon, orlon, leacril, permalon ...)

SILURO: Apparecchio speciale per la tintura o impacco di tessuti delicati e leggeri che non possono essere tinti in jigger o molinello, o che è meglio tingere in largo. Con questo tipo di tintura si ha un certo appiattimento dei tessuti dei tessuti a rilievo, perdita di volume e formazione di moirè con tessuti molto termoplastici, come l'acetato.

SINUS: Drappeggio del tessuto, simile ad una tasca, presente in parecchie tuniche romane.

SISAL (SI): Fibra tessile ricavata dalle foglie di una varietà di agave, pianta originaria del Sud America, usata soprattutto per creare cordami e spaghi.

SKAI: Nome derivato dalla fabbrica francese che lanciò, nel 1955, un tipo di materiale sintetico simile alla pelle per aspetto e caratteristiche.

SKATER: Sottocultura giovanile molto in voga a partire dagli anni '70, nata per compensare l'assenza della pratica del surf nei mesi invernali. Gli skater solevano girare in città e fare acrobazie abbigliati in maniera colorata e sportiva con pantaloni oversize, felpe, camicie a quadri, berretti o cappelli da baseball e caschi e ginocchiere per proteggersi.

SKINÈ: Tessuto in lana pettinata con sfumature grigie.

SKINHEAD: Subcultura nata a Londra verso la fine degli anni '60 dalla costola più rigida dei Mods, ad opera di giovani che condivideva  e difendeva violentemente alcuni dei valori tradizionali inglesi della classe operaia, contestando la frivolezza della swinging London e dei freaks. Portavano i capelli rasati a zero e vestivano con capi economici e proletari, indossati in maniera impeccabile e con estremo rigore: camicie bianche, pantaloni strettissimi, bretelle e anfibi; le ragazze sostituivano i jeans a minigonne e portavano i capelli alla Chelsea. 

SKINNY RIB: Maglia a coste molto aderente alla figura, molto in voga negli anni '70.

SLACKS: Termine che indica certi tipi di pantaloni.

SLIP: Tipo aderente e sgambato di mutanda o di costume da bagno.


SMAGLIATURA: Negli indumenti a maglia indica una rottura dovuta al disfacimento di una o più maglie.

SMART CASUAL: Modo di vestire elegante ma non troppo, professionale e allo stesso tempo pratico.

SMERIGLIATURA: Trattamento che si esegue ad un tessuto in modo da fargli acquisire un effetto scamosciato.

SMOKING: In Francia e in Italia, tale termine indica un abito formale da sera, costituito da una giacca nera con risvolti in raso e abbottonatura a un petto, pantaloni neri con una striscia in raso lungo l'esterno della gamba, camicia bianca e papillon; è noto negli Usa come Tuxedo o Dinner Coat. Gli inglesi chiamano questa tenuta Dinne Jacket, per differenziarla dalla Smoking Jacket.

SMOKING JACKET: Locuzione inglese che significa giacca per fumare. Indica una giacca da casa, che nell'800 veniva indossata sopra l'abito da sera per non farlo impregnare dell'odore di fumo quando, nel dopocena, ci si tratteneva a fumare.

SMUSSARE: In sartoria indica il taglio di un angolo di un tessuto o il diminuire una punta.

SNEAKERS: Termine gergale angloamericano che deriva dal verbo to sneak, "andare raso terra, strisciare, con cui si intendono delle scarpe di tela e gomma, scarpe da ginnastica, da tennis.

SOBREHUIPIL: Indumento Maya che, come indica il nome, consiste in un Huipil che si porta sopra un’altro. Generalmente il huipil si infila nella gonna, mentre il sobrehuipil si porta sopra. In alcune comunità le donne lo usano mettendolo al collo senza infilarvi le braccio, come un soprabito.

SOCCA: Manto di lino usato come sopravveste dalle donne del XIII secolo.

SOCCUS: Presso gli antichi Greci, era una calzatura usata dagli attori nelle commedie teatrali. Le antiche romane chiamavano così una comoda pantofola, mentre nel XII secolo era una calzatura femminile con suola in legno, ornata con fregi veri e molto simile allo zoccolo odierno.

SODOLIN: Tessuto formato con filati di cafiocco, canapa misto a cotone.

SOFFIETTO: Termine usato in sartoria per indicare una piega di stoffa doppia come quella che si usa per dare volume alle tasche.

SOGGOLO: Benda o fascia che in genere passa sotto il mento per fissare anticamente i capelli. Attualmente è il velo o la benda che le monache di alcuni ordini religiosi portano sotto o intorno alla gola.

SOKUTAI: Elegante e complesso abito giapponese che veniva indossato dai cortigiani, aristocratici e dall'imperatore. Oggi, caduto pressoché in disuso, viene utilizzato in particolari occasioni, come matrimoni, cerimonie importanti ed incoronazioni.

SOLEA: Calzatura molto semplice, costituita da una suola lavata al piede da lacci, usata dagli antichi romani in casa o per visite di confidenza.

SOLEIL: Termine francese che indica una pieghettatura eseguita sul tessuto in sbieco, in modo che le pieghe siano molto strette in alto e più ampie in fondo, come raggi.

SOLETTA: Materiale di rivestimento che copre tutta, o in parte, la pianta interna della scarpa.

SOLIDITÀ: Grado di resistenza di un tessuto sottoposto a tintura, verso la luce o partocolari sostanze come il sudore, l'acqua ecc.

SOLINO: 1- Particolare del colletto delle camicie, costituito da una bassa striscia di tessuto, nella quale viene cucito il collo effettivo, che può essere staccata o un tutt'uno col colletto.
2- Ampio bavero azzurro listato di bianco presente nelle divise dei marinai.

SOMBRERO: Dallo spagnolo sombra, ombra, è un copricapo a cupola alta e a tesa molto larga e rialzata, tipico dell'America latina, del Messico e anche della Spagna.

SOMBRERO VUELTIAO: Tradizionale copricapo tipico colombiano, realizzato in caña flecha  essiccata ed intrecciata, che anticamente veniva indossato per proteggersi dal sole durante la coltivazione del mais. Caratteristiche di questo tipo di cappello, oltre la flessibilità ed il numero di giri ed intrecci eseguiti che ne determinano la qualità, sono le figure che vengono rappresentate, tessute a mano con fili neri, nella parte della testa, e che solitamente rappresentano animali, come ragni, farfalle ecc. o elementi naturali come il fiore di limone, la spiga di mais, grani di riso ecc. Anticamente il suo colore era esclusivamente il bianco, ma poi col tempo è stata introdotta anche l'uso del nero.

SOMEMONO: Termine giapponese che indica tutti i tessuti la cui decorazione è tinta o dipinta. In passato solo i membri delle classi sociali più elevate potevano usare i tessuti somemono per i loro abiti, attualmente invece tutti i kimono più formali sono di seta dipinta. I tessuti che vengono dipinti sono: la seta rinzu, la seta chirimen, la seta habutae, la seta ro o sha e la seta tsumungi.

SONGKOK: Copricapo tipico dell'Indonesia, dove è considerato simbolo nazionale, conosciuto anche come Peci o Kopia. E' di derivazione mussulmana e consiste in un cono troncato in feltro nero, molto simile al fez.

SOPRABITO: Cappotto in tessuto non eccessivamente pesante, ideale per temperature moderate, da indossare sopra il vestito in ambienti esterni. Chiamato dapprima sopravveste, esiste sin dal XVIII secolo, ed erano confezionati con risvolti e tasche non troppo grandi, riccamente ornati con ricami e guarnizioni varie. Vennero alleggeriti alla fine del secolo per diventare totalmente privi di guarnizioni nel XIX secolo.

SOPRAGGITTO: Cucitura usata per unire due teli dalla parte della cimosa nel modo più invisibile possibile.

SOPRATTACCO: E' la parte più bassa del tacco che poggia per terra.

SOPRATTASSA: Nel XVI secolo, indicata il supporto di stoffa pesante che veniva applicato ai collari increspati, di moda all'epoca, in modo da non farli afflosciare e farli restare rigidi e alti.

SOPRAVVESTE: Veste tipica del Medioevo interamente aperta sul davanti in modo da lasciar vedere l'abito sottostante; in uso nelle classi agiate, era molto raffinata e variopinta. Gli uomini le avevano leggere, lunghe ai polpacci e fermata in vita da una cinta, le donne le portavano ampie e più corte delle vesti sottostante con maniche lunghe fino ai gomiti o ai polsi con i lembi inferiori che arrivavano al ginocchio. Nei secoli successivi quelle maschili erano di lunghezza variabile e bordate e foderate di pelliccia, con maniche aperte lateralmente per far uscire le braccia.

SORELLE DELLA STRADA: Gruppi di ragazze che nell'America degli anni '20 decisero di vagabondare per il continente facendo l'autostop o a bordi di bici e treni merce, e vestendosi come maschi con camicie di flanella, salopette, tute da lavoro e cappellacci schiacciati sui capelli portati corti.

SORGETTARE: Termine usato in sartoria quando si rifiniscono due lembi di tessuto cuciti insieme per evitare che si sfilino durante la lavorazione.

SORPASSO: Termine che in sartoria indica un margine di tessuto creato in più.

SOSTEGNO: Armatura, intelaiatura o rinforzo applicato su vari capi, per dare loro una forma particolare o solo per sostenere le varie parti.

SOTANO: Indumento femminile del 1200 ornato di strisce ed increspature, che veniva portato sotto la gonnella ed infilato dalla testa poiché privo di allacciature.

SOTTANA HUMPEL: Termine derivante dal tedesco humpeln, zoppicare, e indica una linea di vestiti introdotta nel 1910 da Poiret, che prevedevano una gonna stretta alle caviglie da una bordatura di pelliccia o da un cinturino. Per evitare di strappare l'orlo, si portavano anche le cosiddette "catene", ovvero i polpacci venivano legati insieme da un largo nastro, per ridurre la lunghezza del passo.

SOTTANINO: Capo di biancheria femminile che si mimetizza come parte d'abbigliamento, ,sostituito nel 1809 da lunghe mutande piuttosto larghe, che arrivavano fino ai piedi, restringendosi un po' sopra la caviglia e terminando con una balza arricciata e merlettata, che spesso spuntava da sotto l'orlo dell'abito.

SOTTOCALZONI: Così nominati nel 1600 i capi di biancheria femminile, simili alle mutande, fatti solitamente in tela.

SOTTOMARSINA: Indumento maschile tipico del 1700, sfarzoso per la ricchezza del tessuto e fiorami, con cui è solitamente confezionato, a colori vivaci, indossato sotto la marsina. Nella prima metà del secolo era lungo quasi al ginocchio lasciando intravedere i calzoni, aveva l'apertura diritta e abbottonata dal collo fino in vita, da dove veniva lasciata aperta; aveva tasche con aletta sagomata e nel dietro un'allacciatura di stringhe e cordoncini. Nella seconda metà del secolo, era più corta e aperta sul collo con in basso le punte sfuggenti.

SOTTOGONNA: Capo di biancheria femminile, usato sin dall'antichità, ed indossato sotto la gonna per mantenerla distesa. In passato se ne portavano più di una contemporaneamente, ma già agli inizi del XIX secolo andò sempre più in disuso, per avere un revival verso la metà dell'800 e essere nuovamente abbandonata dai primi del '900.

SOTTOPIEDE: Sottile soletta di cuoio che si trova fra la tomaia e la suola della scarpa.

SOTTOVESTE: Capo di biancheria intima femminile, confezionata in seta, nylon o altri tessuti leggeri,  guarnito con pizzi o ricami vari e sorretto da spalline che viene indossato sotto gli abiti. Indossata sin dal Medioevo, nei secoli 1600 e 1700 andava di moda sovrapporne tre per rendere le vesti più ampie.

SOUTACHE: Sottile cordoncino in seta, usato per guarnire o rifinire gli orli, o per eseguire particolari ricami su giacche, maglioni ecc.

SOUTHDOWN: Pregiata razza britannica di pecore, originaria del Sussex, che produce lana di puona qualità, dalla caratteristica leggerezza.

SPACCO: Sezione tagliata o aperta di un indumento.

SPALLINA: 1- Striscia di tessuto o di materiale elastico che serve per sorreggere abiti, sottovesti, reggiseni...
2- Striscia di tessuto collocata sulle spalle di giacche e soprabiti in origine militari, per trattenere l'equipaggiamento, adottata poi nel campo della moda con funzione puramente decorativa.
3- Imbottita, è un'aletta in gomma piuma o ovatta che viene messa sulle spalle di camicie, giacche, maglioni ecc. per imbottire gli indumenti.

SPALMATO: Tessuto o maglia o filato a cui è stata applicata una materia plastica sintetica tale da dargli un aspetto che imiti la pelle o altro materiale.

SPARATO: Petto inamidato o lavorato a pieghine, diviso in due parti eguali, caratteristica dell'abito da sera maschile.

SPENCER: Giacca corta alla vita, mono o doppio petto, molto in voga in Inghilterra nel Settecento e che, con un bordo di pelliccia, era indossata dagli ufficiali di cavalleria. E' tuttora un abito da cerimonia per ufficiali delle varie armi e in alcune occasioni, è usata anche come abito formale. All'inizio dell'800 entrò a far parte anche del guardaroba da donna.

SPEZZATO: Completo maschile con giacca di tessuto e colore diverso da quello dei pantaloni.

SPEZZONATURA: Operazione che precede il taglio del materasso che consiste nel suddividere lo stesso in parti di dimensioni sufficientemente maneggevoli, tali da agevolare l'operazione successiva di taglio in sagoma.

SPIGATO: Disegno base di tessuti cardati o pettinati, fabbricati su armatura a saia, invertendo, ad intervalli, la direzione delle diagonali in modo da imitare le spighe del grano o lische dei pesci, infatti è anche detto "spinato" o "spina di pesce".

SPILLA: Dal latino spinula, piccola spilla. Gioiello che si appunta per ornamento, a giacche, camicie, mantelle, soprabiti e cravatte.

SPILLO: Sottile filo d'acciaio appuntito da un lato e terminante dall'altro con una capocchia. Ne esistono di diverse varietà da usare in sartoria:
-MULTIUSO: Spilli piuttosto grossi per uso generico e per qualsiasi tipo di progetto;
-PER PIZZO: Spilli lunghi e sottili utili per limitare al minimo i danni nel tessuto;
-SPILLI DA SARTO: Spilli simili ai multiuso, ma più lunghi e sottili, dalla resta in vetro o perline.
-SPILLI PER TRAPUNTO: Spilli lunghi e spessi che vengono impiegati per spessi strati di imbottitura o tessuti come le pellicce sintetiche.
-SPILLI CON TESTA PIATTA A FIORE: Spilla dalla capocchia larga e piatta, utili per i tessuti a trama larga, come pizzo, rete o tulle.
-SPILLE DI SICUREZZA: Detti anche "da balia" sono muniti di un fermaglio a molla che non permette loro di fuoriuscire dal tessuto e di perdersi.
Altri tipi di spilli, sono quelli lunghi detti spilloni, usati per fissare i cappelli all'acconciatura, o quelli da cravatta con la capocchia ornata.

SPOLA: Bobina costituita da un tubetto di plastica o cartone, su cui è avvolto il filo di trama. La spola è contenuta nella navetta che la trasporta alternativamente da una parte all'altra tra i fili dell'ordito, per tessere.

SPOLATURA: Operazione di trasferimento del filato dalle rocche alle spole, che dovranno poi essere inserite nella navetta del telaio.

SPOLINA: Elemento inserito nel crochet, che porta il filo inferiore al punto di cucitura delle macchine per cucire.

SPOLINATO: Tessuto di fattura particolarmente complicata per varietà di colori e minuzia di disegno.

SPOLVERINO: Soprabito leggero, un tempo usato durante i viaggi, per proteggersi dalla polvere. Poteva essere di cotone o di lane molto leggere, come l'alpaca o il cachemire.

SPORRAN: Piccola borsa tipica scozzese che costituisce un tradizionale accessorio da portare anteriormente con il kilt, e che viene anche usata per trasportare denaro.

SPORTSWEAR: In italiano abbigliamento sportivo, è un termine di origine americana, che indica una tipologia di abbigliamento informale, confortevole ma allo stesso tempo curata nell'abbinamento, oppure le cui componenti vengono assemblate in maniera casuale. E' solitamente composto da indumenti per attività sportiva, jeans, camicie sportive e snakers.

SPRONE: Parte superiore, rinforzata, che corrisponde alle spalle della camicia. In francese viene chiamato carré.

SPUGNA: Nome ripreso da animali marini, i Poriferi, la ci caratteristica è quella di assorbire acqua, è un tessuto in cotone soffice, che, per il suo potere assorbente, viene usato per accappatoi e asciugamani. E' realizzato in un apposito telaio, con fili supplementari di ordito che formano dei piccoli riccioli sulla superficie.

SQUAMATO: Dicesi di speciale tessuto in seta o cotone, guarnito di pagliuzze metalliche o lustrini tipo squame, generalmente usato per confezionare abiti eleganti.

STAFFA: Striscia di tessuto o cuoio che, passando sotto al piede o alla scarpa, tiene fermi i calzoni o le ghette a cui è unita.

STAMIGNA: Tessuto di cotone robusto a intreccio rado, simile alla garza, un tempo usato per avvolgere i formaggi, che ora viene impiegato per ricamare o dipingere e, in abbigliamento, per realizzare abiti e bluse folk.

STAMPA: Operazione praticata su tessuti, filati e maglieria per imprimere disegni e colori. Si realizza con un procedimento di stampa simile a quello usato su carta, con l'uso di cliché e di colori particolari adatti ai tessuti e poi fissati per renderli indelebili al lavaggio e all'usura. Esistono differenti tecniche di stampa:
-A RISERVA: Stampa su un tessuto realizzata in più fasi, in cui alcune parti del disegno vengono impregnate di sostanze impermeabilizzanti che non consentono il passaggio del colore, il quale si fissa nel resto del disegno.
-PER APPLICAZIONE: Metodo che consiste nello stampare i colori in maniera successiva, uno accanto all'altro e talvolta sovrapposti, per formare il disegno.
-PER CORROSIONE: Metodo che consiste nello stampare su fondo tinto in precedenza, applicando paste contenenti miscele di coloranti e prodotti chimici, capaci di distruggere localmente il colore del fondo.
-TRANSFER: Tipo di stampa, detta anche a riporto, che consiste in una stampa indiretta su tessuto.

STAMPATO: Tessuto i cui disegni non sono stati realizzati con la tessitura, ma con il procedimento della stampa.

STANDING OUT: Nel campo della moda indica qualcosa che è sopra le righe, ostentato e spettacolare. E' il concetto opposto di understatement.

STAR: Procedimento di arricchimento del mohair, con effetti luciti, in tinta tono su tono, grazie all'inserimento di una piccola percentuale di viscosa nel filato.

STEAMPUNK: Subcultura che vuole fondere differenti epoche tra loro adottando un'estetica vittoriana ed edwardiana, fuse con la scienza contemporanea e le idee futuristiche, ispirandosi al mondo immaginario dei pionieri della letteratura fantascientifica.

STECCHE DI BALENA: Lamine flessibili e resistenti ricavate dai fanoni delle balene, che vengono usati per intelaiare ombrelli e articoli di corsetteria femminile.

STEELON: Fibra sintetica poliammidica prodotta in Polonia.

STEINKIRK CRAVAT: Particolare cravatta di lino finissimo ornata di pizzo e portata dagli uomini con i capi incrociati una sola volta ed infilati nell'asola della giacca. Era di moda verso la fine del 1600 quando, dopo la battaglia di Steinkerque, da cui il nome, un'attrice parigina apparve all'Opèra con tale cravatta portata sopra il mantello.

STELLA: Apparecchio usato per la tintura di tessuti molto delicati, per i quali non è possibile la tintura in corda o su Jigger, e per tessuti da sottoporre a crepaggio.

STENCIL: Tecnica di pittura eseguita in diversi campi lavorativi e artistici, tra cui l'abbigliamento. Consiste nel realizzare mascherine intagliate con il disegno da rappresentare, che verrà realizzato nel tessuto in maniera 'piena', usando pennelli, o in maniera sfumata, usando spugne apposite.

STENDER: Attrezzi usati in confezione per appendere gli abiti.

STILE: Fenomeno che fissa ed esprime un'identità costruita sul gusto sui valori e sul modo di vivere del proprio gruppo, ceto o persona. E' l'insieme  degli elementi, dell'abbigliamento, dello style living e di comportamento che identificano un modo di essere, un cluster di appartenenza, che non viene condizionato dal variare delle mode, bensì vi si pone trasversalmente in modo critico.

STILE IMPERO: Denominazione di tipologia di abito, in voga nella metà dell'800, che presenta una linea morbida e la vita segnata appena sotto il petto.

STILISTA: Figura che può definirsi come "artista del gusto e dello stile", che si occupa di ricercare le novità su cui si fonda il principio della moda, scegliere materiali e colori, disegnare e creare modelli. Il suo punto di forza sta nell'interpretare anticipatamente i desideri del pubblico in fatto di abbigliamento. Si possono distinguere 3 tipi di stilisti:
1- STILISTA DESIGNER: E' lo stilista creativo, che si occupa di rielaborare, in maniera innovativa, l'immagine di una griffe senza identificarsi con l'identità riconosciuta della marca, bensì apportando il proprio stile.
2- STILISTA FREE-LANCE: E' lo stilista che concede il proprio talento soltanto per una stagione, operando attraverso consulenze o proposte più o meno complete di prodotti.
3- STILISTA IMPRENDITORE: E' lo stilista a capo di una maison che porta il suo nome. Segue il ciclo di lavorazione dalla scelta dei tessuti alla progettazione, per arrivare alla comunicazione del prodotto finale.

STILYAGI: Subcultura nata in Russia negli anni '50 da giovani amanti della modernità americana e che cercano così di americanizzare il più possibile le loro vite adottando usi e costumi del nuovo continente. Dal punto di vista stilistico creano una sorta di mix di svariati stili, zooties, preppy, cow-boys, surfer, rockabillies ecc. con capi dai colori eccentrici e vivaci.

STIRACAMICIE: Macchina usata nell'industria della moda per stirare rapidamente le camicie.

STIRAMANICHE: Suppellettile da stiro usato per stirare le maniche evitando deformazioni o piegature, ottenendo così la forma voluta. Ha una forma sagomata, simile ad una manica ed ha varie dimensioni a seconda degli usi.

STIRATASCHE: Macchina usata in confezione per stirare rapidamente tasche e taschini, da applicare ad ogni tipo di vestiario.

STIRATURA: Operazione nell'industria tessile, che serve per dare la mano e la stabilità dimensionale al tessuto, e per eliminare tutti quei piccoli difetti sia di tessitura che di confezione. Tale operazione è costituita da die parti ben distinte che si integrano tra loro: il pre-stiro e la stiratura finale.

STIRA VELLUTO: Asse di legno o di altro materiale, ricoperto da sottilissime puntine di metallo ed usata per stirare indumenti di velluto e tessuti pelosi durante la lavorazione.

STIRO: Fase principale della filatura, il cui scopo è quello di ottenere un'ulteriore parallelizzazione delle fibre durante la lavorazione e un assottigliamento del fascio fibroso, mantenendone costante la regolarità della sezione.

STIVALI: Dal francese antico estive, gambo, è una calzatura alta, in genere in cuoio, che arriva sotto il ginocchio, ma in effetti, dal punto di vista dell'altezza, possiamo trovarli dallo stivaletto "desert boot", fino al "wellington boot" uno stivale alto ed impermeabile. Gli stivali presentano tre principali forme di struttura base:
- ELASTICIZZATO: Tipo di stivale che fascia completamente la gamba, ad effetto calza, è poco proposto perché segue i dettami della moda.
-TRONCHETTO: Tipo di stivale aderente che però lascia libera l'articolazione ed il polpaccio non è costretto nella struttura. Vengono allacciati tramite cerniera o stringhe.
-TUBO: Tipo di stivale che va inserito senza allacciature, stringature poiché resta più largo nella parte posteriore per poterlo infilare. Eventuali stringhe o lacci, sono puramente estetici e non funzionali.
I principali tipi di stivali sono:
-STIVALE A FINESTRA: Realizzato per volere dello stilista calzaturiero Sergio Rossi, è un ibrido tra un tronchetto ed un tubo, è abbastanza largo ma presenta una cerniera nel lato interno per facilitare la messa.
-TRONCHETTO CERNIERATO: Realizzato su base a trinchetto, presenta una zip sul lato interno per  poterlo calzare.
-ANFIBIO: Tipo di stivale fatto su base a tronchetto che nasce per uso militare; è impermeabile e ha la linguetta a soffietto, come il resto della tomaia, ed il fondo a carrarmato. Originariamente l'allacciatura è composta da occhielli nella parte inferiore e passalacci in quella superiore, ma in commercio ne esistono tipologie con allacciatura tramite una zip interna, così da far divenire  quella classica, puramente estetica.
-BEATLES: Stivaletto corto fatto su base a tronchetto, che presenta una parte elasticizzata, sia interna che esterna, per cui è facile da infilare e non necessita di ulteriori allacciature. Il nome deriva dalla nota band inglese per cui vennero disegnati.
-TEX MEX: Modello di stivale con base a tubo, alto circa 20 cm e che on supera mai il ginocchio. Presenta il gambale decorato con motivi che ricordano il mondo western. Pur avendo base a tubo e 2 piccoli tiranti laterali per poterlo infilare, alcuni modelli presentano una zip interna.
-CAMPEROS: Modello con base a tubo, originariamente fatto in crosta, ingrassato o scamosciato che è solito usurari e decolorarsi. Ha un anellone con staffe nella parte esterna.
-CAVALLERIZZO: Modello con base a tronchetto, che aderisce alla gamba, fatto in pelle resa lucida e a seguito di una posa molto lunga. Presenta un fascione sagomato di 7 cm in contrasto colore.
-BLUCHER o ALLA PRUSSIANA: Stivale con pinta aperta nella parte anteriore, con cucitura laterale dritta.

STOCCHISTA: Figura che gestisce un'attività commerciale con assortimento vario e plurimarca di abbigliamento e accessori a prezzo scontati, garantendo lo smistamento delle rimanenze stagionali. Talvolta anche gli outlet aziendali fingono da stocchisti.

STOFFA: Nome generico con cui si può chiamare in alternativa un tessuto.

STOLA: Lunga striscia di stoffa, pelliccia o pizzo, do formato generalmente rettangolare, da portare in maniera da coprire le spalle per poi incrociarla sulla parte anteriore del busto. Viene indossata sugli abiti da sera o da cerimonia. Anticamente era una ampia e lunga veste femminile, con o senza maniche, chiusa con una fibula su entrambe le spalle e provvista di una cintura al di sotto del seno ed una all'altezza delle anche, che veniva indossata dalle donne greche e romane. Furono gli Assiro-Babilonesi ad iniziare ad indossarla come sciarpa o coprispalle.

STONE WASHED: Trattamento che si effettua sul tessuto di cotone, in pezza o a capo finito, per fargli assumere un aspetto usato e vissuto. E' un trattamento tipico che si esegue sul denim, con un energico lavaggio in acqua e sfregamento di pietra pomice che graffia la superficie.

STOPPA: Cascame del lino e della canapa, usato per imbottiture in genere.

STRAIGHT EDGE: Subcultura nata negli anni '80 in America come costola del movimento punk, che bandiva tutto ciò attraesse i giovani; vestivano con capi unisex e scuri, jeans larghi, anfibi e portafogli con la catena.

STRASCICO: Prolungamento dell'abito sul dietro, molto popolare nell'800 per gli abiti da sera, ora caduto in disuso ed utilizzato quasi esclusivamente per alcuni abiti da sposa.

STRASS: Dal nome del suo inventore, G. Strasser, di Vienna, è un vetro molto ricco ad imitazione del diamante o, se tinto, di altre gemme. A forma di  piccole pietre gli strass vengono cuciti o incollati nel capo al fine di realizzare un disegno decorativo.

STRETCH: Moda degli anni '80 che consiste in abiti, gonne, pantaloni, giacche, realizzati in tessuti elasticizzati e molto aderenti al corpo.

STRESEMANN: Completo da uomo, formale, da giorno, con la giacca nera e i pantaloni a righe senza risvolto.

STRIBBIATURA: Speciale trattamento che viene effettuato per eliminare i nodi eventualmente formatisi nel filato, restituendogli così la scorrevolezza prima di essere avviato alla tessitura.

STROPHIUM: Detto anche strofio, è una fascia femminile o un morbido corpetto che le donne romane, avvolgevano intorno alla vita per sorreggere il seno. Veniva così chiamata anche una benda per fermare i capelli.

STRINGA: Cordoncino, nastro o striscia di cuoio, usato per allacciare scarpe o indumenti. Nome alternativo a laccio.

STROMBUS GIGAS: Conchiglia dalle multiple tonalità, dal bianco-crema al rosa-arancio, usato molto per la lavorazione di cammei.

STUMPWORK: Tecnica di ricamo a rilievo usata sin dal 1600 solitamente per decorare borse e arazzi. Solitamente i soggetti rappresentati consistono in persone e paesaggi molto dettagliati e arricchiti anche con perline o applicazioni. Oggi la sua evoluzione è chiamata Ricamo Soffio.

STUOIA: 1- Tessuto derivato dai reps o dal nattè che presenta trama in rilievo, effettuato di solito su armatura a tela a fili grossi.
2- Punto di ricamo eseguito con lunghe passate, formate ad intervalli, con punti obliqui, per ottenere un effetto di stuoia.

STYLIST: Professione free-lance esperto di gusto ed abile nel creare attorno all'abito una strategica forma di metacomunicazione, intervenendo abbinandovi elementi accessori e di arredo scelti ad hoc, per servizi fotografici e pubblicitari. Può occuparsi anche sella scelte degli abbinamenti da presentare in sfilata.

STYROFLEX: Fibra sintetica di polistirolo, prodotta in Germania.

SU: Ricamo tipico della Cina Orientale, caratterizzato da linee dense e colori luminosi, in armonia col disegno realizzato su superfici piane di abiti tradizionali e di uso quotidiano.

SUBBIO: Parte principale del telaio, di forma cilindrica, su cui si avvolgono i fili che andranno a formare il tessuto. Con tale nome si intende anche il cilindro su cui verrà avvolto il tessuto prodotto.

SUBUCOLA: Tunica intima di lana che veniva indossata dalle donne romane come sottoveste.

SUCCINTA: Larga fascia di tela che le antiche donne romane avvolgevano intorno ai fianchi per assottigliarli.

SUDARIO: 1- Sottile panno di lino che gli antichi Romani usavano per detergere il sudore.
2- Panno con cui si copriva il viso dei morti.
3- Fascia di lino portata avvolta attorno al collo dei soldati.

SUEDE: Voce inglese proveniente dal francese Suède, Svezia, che si usa per intendere la pelle scamosciata, in quanto è un procedimento di concia e rifinitura originario della Svezia.

SUGEGASA: Cappello a cono di paglia tipico delle zone del sud-est asiatico, come Giappone, Cina e Taiwan, dove lo chiamano Dŏu Lì, e Vietnam, dov'è chiamato Nón Lá. Ha una forma conica e viene fissato mediante una stringa di tessuto, spesso di seta, che passa sotto il mento, ed internamente ha un'altra fascia che non lo fa muovere sulla testa; viene usato principalmente pre proteggersi dal sole e dalla pioggia, specialmente da chi lavora nei campi di riso.

SUIT: Termine inglese che indica il completo da uomo, è l'abito completo maschile. Nel tempo veniva ben distinto in "dress suit", abito da società, "three.piece suit", abito a tre pezzi, "travelling suit", abito da viaggio....

SUNN (SN): Fibra tessile naturale proveniente dal libro della Crotolaria Juncea, chiamata anche "Canapa del Bengala" o "Nacchera, usata per la realizzazione di corde, spaghi e panni ruvidi.

SUOLA: Parte inferiore della scarpa che resta a contatto con il suolo. Insieme al tacco, si possono distinguere 9 tipi di suole/fondi principali:
1- SUOLA BALLY O TACCO APPLICATO: Il tacco è applicato direttamente sulla forma montata ed è unito alla suola la quale occupa i 4/5 del fondo assottigliandosi a morire verso l'ultimo quinto, dov'è presente il tacco.
2- TACCO A CODA: Tipo di fondo molto elegante in cui la suola, raggiunti i suoi 4/5, si arriccia e torna a terra seguendo l'andatura del tacco.
3- TACCO AD INCASSO: La suola viene incassata all'interno del tacco, che presenta un dente apposito per alloggiarla; l'incasso può essere a vista oppure nascosto dal tacco stesso.
4- TACCO A ISOLA: La suola percorre tutta la lunghezza della scarpa ed il tacco è attaccato al centro di essa, sempre nell'ultimo quinto, come se fosse un'isola. Vi è anche una versione ad "Asola" in cui il tacco è inserito nella suola che presenta un buco in corrispondenza al suo punto d'inserimento.
5- TACCO A SANDWICH: Solito per calzature sportive, la suola, nel suo ultimo quinto, viene divisa a metà: una metà segue l'andatura della forma ponendosi tra essa ed il tacco e l'altra metà segue l'andatura del tacco arrivando fino a terra.
6- TACCO ZEPPATO: Il tacco presenta una forma (corona) più allungata e che occupa più di 1/5 della forma, per ciò, in tal caso, è necessario avere una forma di tacco per dx e una per sx; ma vi è un'alternativa rendendolo a forma di goccia, per cui non è necessario creare un tacco apposito per entrambi i piedi. Può essere unito alla suola sia per incasso sia per applicazione. 
7- ZEPPA: Tipo di fondo che percorre circa i 3/5 del piede e per cui è necessario crearne uno per dx ed uno per sx. La suola può essere sia a isola sia a coda.
8- ZATTERONE: Tipo di fondo che occupa tutta la pianta e che quindi necessita di 2 stampi, uno per dx ed uno per sx. La suola sta tra il tacco e la pianta.
9- PALTÒ: Rialzo che si mette nella pianta del piede. La suola può essere inserita sia sotto, a coda, ma anche all'interno, ovvero tra la pianta ed il tacco e paltò. Il paltò può anche essere nascosto dalla tomaia.

SUOLA CRÊPE: Detta anche Para, è una spessa suola di gomma per scarpe. Dagli anni '20 del '900 venne conosciuta anche come suola per scarpe da golf.

SUPIMA: Qualità di cotone a fibra lunga prodotta negli Stati Uniti.

SURAH: Voce inglese che deriva da Surat, la città indiana che lavorava tale tipo di tessuto spigeto in seta o cotone.

SURCOTTO: Termine di origine francese che letteralmente significa 'sopra la cotta', e che indica una sorta si lungo soprabito che veniva indossato nel Medioevo sia da donne, la cui lunghezza arrivava alle caviglie, sia da uomini, per i quali era più corto. Solitamente veniva abbinato ad una sottoveste, una chemise o una cotta, e ad un mantello.

SURGETTATRICE: Macchina monoblocco per l'esecuzione di cuciture d'unione.

SVEDESE: Tipo di cuoio lavorato ed usato per confezionare soprattutto guanti.

SWEATER: Maglione di taglio sportivo, ampio, in lana o cotone.

SWEATSHIT: In origine era la parte superiore della tuta da ginnastica, poi divenne una semplice maglia in cotone che facilita la traspirazione, confortevole, a manica sia corta sia lunga, felpata internamente, particolarmente di moda negli anni '80.

SWEATING SISTEM: Definizione elaborata nell'ambito della razionalizzazione della produzione, operata nel XIX secolo, secondo cui veniva distinto lo spazio nel quale venivano riuniti sarti e tagliatori per la confezione degli abiti, mentre le altre attività di finitura erano svolte a domicilio da altre lavoratrici.

SWIGER: Giacca corta all'altezza della vita, molto ampia e scampanata dietro. In versione cappotto, diventa lunga fino al ginocchio.

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