mercoledì 1 ottobre 2014

P

PADS: Nella moda inglese di fine '700, erano cuscinetti imbottiti che le dame portavano sotto le vesti per arrotondare la linea dei loro abiti. Questa moda venne lanciata dalla duchessa di York poiché era in stato interessante.

PAGLIACCETTO: Indumento di biancheria intima, composto da canottiera e mutandoni.

PAGLIETTA: Cappello di paglia piatto e a forma circolare, rigido, con cupola e falda piatta. Fu molto usato verso la fine dell'800 e assunse in seguito una gran varietà di significati, da simbolo degli interventisti alle soglie della prima guerra mondiale, a cappellino femminile della divisa collegiale inglese, a parte dell'uniforme sportiva negli anni '40. Viene chiamato anche "Cappello alla Canottiera", dal francese à la canotier, "Sennit" o "Straw Seilor" in inglese, o "Magiostrina" a Milano.

PAISLEY: Tipo di disegno stampato su tessuto, in origine su scialli del Kashmir, molto adatti a cravatte, sciarpe e fazzoletti da collo o da taschino. Il disegno è ottenuto utilizzando il boteh, un motivo a forma di goccia di origine persiana, ma le sue origini vanno ricercate in India, dov'è conosciuto come ambi, che in lingua punjabi significa mango. In Iran tale motivo è noto come Bothe Jegheh ed è utilizzato sin dalla dinastia sassanide (224-651 d.C.)

PAJ NTAUB: Ricami provenienti dal popolo degli Hmong, Indocina, caratterizzati dall'uso di molti colori e dalla rappresentazione di scene di vita popolari o folcloristiche. Il termine  Paj ntaub significa vestito floreale e questo tipo di ricamo viene applicato su giacche, copricapi, corredi e oggetti per la casa.

PAKOL: Copricapo tipico afghano, da uomo dalla linea morbida e tondeggiante, realizzato generalmente in lana e colorato di marrone, nero, grigio, avorio o rosso. Se non viene indossato, somiglia ad una borsa cilindrica dalla base rotonda, che chi lo indossa provvederà ad arrotolarne i bordi fino alla parte superiore, al fine di formare la banda spessa che fa assumere al pakol la forma di un berretto.

PALAMIDONE: Mantello o soprabito molto lungo e largo.

PALANDRANA: Antica veste da camera per uomo, ampia e lunga, chiamata anche gabbana.

PALATINA: Corta pelliccia dal collo simile ad una piccola mantellina di moda presso le donne francesi già nel XVI secolo, che in Italia andrà di moda soprattutto nel 1800. Quasi sempre in cincillà, oppure di raso, veniva usata per andare agli spettacoli serali. Il nome deriva da quello della principessa Palatina, cognata di Luigi XIV la quale la indossò per prima.

PALETOT: Capospalla invernale che trae origine dalla redingotte settecentesca; il termine indica capi di varia foggia, ma comunque di tessuto pesante, che vengono usati come sopravveste per ripararsi dal freddo.

PALIOTTO: Rivestimento della parte anteriore degli altari del periodo rinascimentale e barocco.

PALLA: Ampia veste talare delle donne Romane, divinità e attori e musicisti Greci, costituita da un telo rettangolare. Veniva indossata anche come mantello sopra la stola o la tunica, avvolgendola intorno al corpo in modo identico alla toga maschile, facendola scendere fino ai piedi.

PALLIO: Mantello quadrangolare di origine greca che sostituisce la toga presso gli antichi Romani. Indumento di distinzione dei dotti, veniva drappeggiato attorno al corpo e fissato sulla spalla sinistra.

PALLU: Lembo di stoffa decorato che indica la parte terminante dei sari e che pende dalla spalla sulla schiena. Il pallu ha, all'occorrenza, funzione anche di velo per coprirsi il capo entrando in un tempio e il volto di fronte ad estranei.

PALIDAMENTUM: Mantello militare usato dai generali dell'antica Roma.

PAMELA: Tipo di cappello femminile di paglia che prende il nome dalla protagonista dell'omonimo romanzo di Richardson, che era solita indossarlo. Era costituito da una larga tesa che si incurvava a circondare il viso e qualche volta si allacciava sotto il mento.

PAN: Fibra sintetica poliacrinolitrite prodotta in Germania.

PAN DI ZUCCHERO: Tipica forma di copricapo a cono tozzo e con la punta arrotondata, come quello di Pulcinella.

PANACHES: Corti calzoni, detti anche alla zuava, indossati dai militari e cavallerizzi.

PANAMA: Nome dello Stato, e città, dell'America Centrale, da cui prende nome il canale artificiale navigabile che unisce Oceano Atlantico e Pacifico. E' un cappello di paglia bianca molto pregiata, intrecciata fittamente, che si ricava da una specie di palma, la Jipijapa o Bonibonaxa, che cresce in Equador, Colombia e Perù. L'origine del nome proviene dai marinai Panamensi che lo introdussero negli Usa, e dal presidente Roosevelt che lo indossò durante una visita ai cantieri del canale omonimo.

PANCIOTTO: Altro nome per indicare il Gilet. E' la trasformazione del farsetto, in voga nel XVII sec., realizzato spesso in broccato, o raso finemente ricamato, con tasche e piuttosto lungo.Dalla scollatura fuoriusciva lo jabot di trine disposte a lattuga. Nel XIX secolo, divenne in semplice panno chiaro, o picchè bianco per gli smoking, a monopetto e con scollatura a scialle

PANIER: Armatura rigida da inserire sotto la gonna per gonfiarla ai lati, come andava di moda nel XVIII secolo. L'imbottitura di crine garantisce il sostegno sui fianchi; altri materiali usati sono le stecche di balena o le canne di bambolo, sostituiti nel 1770, con strutture metalliche mobili.

PANINARI: Sottocultura giovanile nata a Milano negli anni '80, caratterizzata dall'amore per uno stile di vita consumistico, per le griffe nell'abbigliamento, per il divertimento e dall'abitudine a passare il proprio tempo libero nei fast-food. Erano soliti indossare piumini imbottiti, jeans, felpe o maglioni, scarpe da tennis o scarponcini tutto rigorosamente firmato.

PANNELLO: Tipo di tessuti stampati o ricamati, che riportano un motivo finito, piazzato verso il bordo in modo da poter essere usati per confezionare i capi secondo un ordine prestabilito.

PANNO: Tessuto di lana follato, garzato e pressato, reso particolarmente lucido con il finissaggio.

PANNO LENCI: Tessuto in panno leggero a tinta unita, lavorato in tessuto o in feltro; deriva dall'Ars Lenci della signora Leonora Scavini, che usò i panni di lana a colori vivaci per confezionare bambole, arredamenti, gonne.

PANNO SPUGNA: Tessuto in lana o misto lana sintetico, medio-pesante, con caratteristica superficie ad asole molto fitte che viene usato per giacche e cappotti.

PANTALONI: Indumento sia per uomo che per donna, che ricopre le gambe dalla cintola in giù, chiamati anche Calzoni. Capo di antica origine derivato dalle brache indossate dai barbari per proteggersi dai freddi venti delle loro terre, e che prende nome dalla maschera veneziana di Pantalone. I primi modelli riconducibili al pantalone odierno, risalgono alla metà dell'800 ed erano usati solo dagli uomini; le donne ne faranno uso ufficialmente solo un secolo più tardi. Tra i tagli di pantaloni più comuni ci sono:
BAGGY: Pantalone a vita bassa che si appoggia sulle anche, e viene usato soprattutto a repper, skater e ballerini di hip hop.
BERMUDA: Pantalone corto sopra in ginocchio.
FUSEAUX O LEGGINGS: Pantaloni elastici, stretti in vita e molto aderenti al corpo.
PANTALONI A CAMPANA O A ZAMPA DI ELEFANTE: In voga negli anni '60, hanno un taglio aderente sulla coscia fino al ginocchio, da cui scendono all'orlo in modo svasato.
PANTALONI A PALAZZO: Pantalone in voga negli anni '70 caratterizzato da una vita alta e fasciata e una gamba che dalla coscia si allarga progressivamente alla caviglia.
PANTALONI A SBUFFO: Dalla linea molto ampia e arricciata sui fianchi, che si restringe in modo aderente dal ginocchio alla caviglia. In voga nella seconda metà degli anni '70.
PANTALONI A SIGARETTA O A TUBO: Dalla linea stretta ed affusolata, talvolta con un piccolo spacco nell'orlo in basso.
PANTALONI A VITA BASSA: Taglio senza cinturino che poggia sui fianchi, molto in voga negli anni '60, '70, fine '90
PANTALONI ALLA GAUCHO: Lunghi fino a metà polpaccio e molto ampi in fondo, andarono di moda negli anni '60.
PANTALONI ALLA PESCATORA O PINOCCHIETTO: Pantalone aderente che arriva a coprire fino a sotto il ginocchio o metà polpaccio, con spacchetti laterali, molto in voga negli anni '50.
PANTALONI ALLA TURCA O ALLA MAMMALUCCA: Pantalone ispirato dal modello indossato dalle donne turche e dalle danzatrici del ventre, che ha un taglio molto ampio e abbondante sulla gamba, con cavallo abbassato e lunghi alla caviglia. Sono anche chiamati Harem-Pants o Belly-pants.
PANTALONI ALLA ZUAVA: Nati come capo da indossare per attività sportive, e molto usati tra gli anni '20 e '40, hanno un taglio molto ampio e si chiudono appena sotto il ginocchio da una fascia elastica o una fascetta allacciata da un bottone o una fibbia.
PANTALONI DA CAVALLERIZZO:  Nati come modello da equitazione, hanno un taglio molto largo ai fianchi secondo una linea arrotondata e sporgente verso l'esterno, ma piatta sul ventre. Si restringono dal ginocchio alla caviglia, dove vengono chiusi tramite un'abbottonatura o una staffa.
PANTALONI DA SCI: Molto aderenti ed in materiale elasticizzato, lasciano completa libertà di movimento senza scivolare sulla gamba grazie ad una fascia elastica che gira attorno al piede. Nati negli anni '30, hanno ispirato l'attuale leggings, o fuseau, per la vita di tutti i giorni.
PANTALONI OXFORD: Pantalone da uomo che divenne popolare negli anni '20 all'interno dell'omonima università, è caratterizzato da una gamba larga e comoda.
SHORT O CALZONCINO: Pantaloncino corto fino a metà coscia.

PANTERA: Pelo di leopardo asiatico dal pregiatissimo pelo maculato nero dai riflessi rossicci, che veniva impiegato per fare pellicce ed ora in disuso per favorire la protezione della specie.

PANTOFOLA: Calzatura leggera e comoda di origine orientale, probabilemten turca, usata come scarpa da riposo. Un tipo di pantofola è la pianella, che copre il piede solo anteriormente.

PANTOFOLA ALBERT: Tipo di pantofola con la tomaia estesa in su per formare la linguetta poggiata sul collo.

PAPIRO: Pianta erbacea perenne, originaria dell'Egitto, da cui gli antichi Egizi non solo ricavavano fogli sottili, ma da cui estraevano delle fibre con cui confezionare sandali.

PAPPILLON: Termine francese che significa farfalla e che corrisponde all'italiano cravattino, farfallino.

PARAMANO: Grosso polsino, presente in cappotti e soprabiti, formato da un risvolto del tessuto al termine della manica.

PARAMONTURA: Parte di un capo di abbigliamento doppiata che si aggiunge, come rinforzo, sul davanti di un collo di una giacca o cappotto.

PARDESSUS: Termine usato nell'800 per indicare un soprabito a forma di mantello sia da uomo sia da donna.

PAREO: Voce francese di origine tahitiana, che indica un indumento usato tradizionalmente dagli abitanti dell'isola di Tahiti, formato da un rettangolo di tessuto leggero, solitamente in cotone, con disegni e colori vivaci, che viene avvolto attorno ai fianchi, a modi gonna, o attorno al torace, per coprire il costume.

PARIGINE: Calze autoreggenti che si indossano sopra i collant, di vari materiali e colori.

PARKA: Termine inuit che indica una giacca impermeabile a tre quarti con cappuccio, simile all'Anorak. Originariamente era confezionato dagli Inuit con pelle di foca o di uccelli marini.

PARMA: Ricamo di origine antica che imita, con effetti bassorilievi, Si esegue su tela di lino greggio o cotone non candeggiato.

PARRUCCA: Capigliatura costruita artificialmente su una calotta di tessuto o pelle leggera su cui vengono fissati capelli naturali, lana di pecora, fili di seta, crine di cavallo o fibre sintetiche. Nel settecento venivano riccamente addobbate per le classi agiate.


PARURE: Completo di biancheria femminile costituito da mutandine, reggiseno, canottiera e vestaglia. Con tale termine, più comunemente, si intende anche un insieme di gioielli abbinati sullo stesso disegno e materiale (anello, bracciale, orecchini, collana).

PASHMINA: Parola derivante dal persiano pashm, che significa lana, e che indica un prodotto tessile a base di lana cachemire proveniente dalla capra “Hircus” che vive sulle montagne Himalayane. Tale nome indicava anche lo scialle dei maharaja, realizzato con il pashm più pregiato delle capre, ed è così stato automaticamente esteso ad indicare qualsiasi tipo di sciarpa realizzata con il medesimo tessuto.


PASSAFILO: Apparecchio usato in confezione per la marcatura con filo nei materassi, che garantisce una presa sicura per tutti gli strati, particolarmente adatto nei tessuti quadrettati, rigati ecc.

PASSAFINO: Nastro di tessuto leggerissimo che si applica alle vesti per nascondere le cuciture o rinforzare gli orli.

PASSAMANERIA: Insieme di nastri, fettucce, cordoncini, galloni, applicati ad una veste come ornamento per nascondere le cuciture.


PASSAMONTAGNA: Berretto in maglia di lana ai ferri, con alto risvolto che, abbassato, protegge il volto lasciando solo una fessura per gli occhi; usato soprattutto da alpinisti e sciatori.

PASSANASTRO: Tramezzo di ricamo o pizzo con occhielli in cui passa il nastro per guarnizione.

PASSANTI: Fascette di tessuto doppiate, cucite su i capi di abbigliamento, che permettono di far passare e trattenere le cinture.


PASSE-PARTOUT: Termine di origine francese che nella moda indica un tipo di abito considerato adatto per tutti i tipi di occasioni, poiché caratterizzato da una linea molto semplice che, con piccoli accorgimenti, può trasformarsi in capo elegante.

PASSERELLA: Lunga pedana su cui le indossatrici presentano i modelli di una collezione di moda.

PASTRANO: Mantello di tessuto grossolano, un tempo indossato dai poveri. Era un soprabito ferraiolo, con bottoni, bavero, maniche e pistagna.

PATCHWORK: Lavoro realizzato unendo pezzi di stoffa di diversi colori e fantasie che crea stoffe di stile campagnolo che anticamente venivano fatte come forma di risparmio nell'ambiente domestico. Dagli anni '70 diviene di moda e viene utilizzato anche per realizzare abbigliamento. In America è molto usato per realizzare le famose trapunte imbottite, con disegni geometrici, conosciute come "American Quilt".

PATTA: Fessura anteriore dei pantaloni che viene chiusa con una zip o bottoni.


PAZIENZA: Giacchino corto e ampio in lana o tela indossato dai soldati del re, come ornamento sopra il giustacuore nel 1610 circa. Era solitamente di colore rosso, con una croce dorata e ricamata sul petto, e rimase di moda fino alla caduta del regno di Luigi XIV.

PCU: Fibra sintetica di cloruro polivinile prodotta in Germania. Se iperclorurato, si ottiene un’altra fibra chiamata PE-CE.

PEACOCK REVOLUTION: Locuzione inglese che rimanda ad una moda degli anni sessanta, caratterizzata da colori esotici, soprattutto in camicie e cravatte.

PÈCARI: Voce di origine caraibica che identifica un mammifero americano simile al cinghiale, la cui pelle viene utilizzata per fabbricare scarpe, borse ed altri oggetti.


PECI: Copricapo maschile tipico dell'Indonesia e di derivazione mussulmana, che consiste in un cono troncato, molto simile al fez, ma realizzato quasi unicamente in feltro nero. Lo stesso copricapo nelle Filippine è identificato come Kopia, e in Malesia, Singapore e Brunei come Songkok.


PECORA: Ovino da cui viene ricavata la lana.

PEEKABO: Termine inglese che indica un tipo di tessuto finissimo di mussola semitrasparente, di moda poco prima della 1° Guerra Mondiale, per confezionare bluse da donna.

PEDULE: 1- Tipo di calzatura con suola in feltro o a strati di tela o di gomma leggera e flessibile, usate specialmente in alpinismo per arrampicare.
2- Scarponcini da montagna adatti a camminare in posti scoscesi.

PEIGNOIR: 1- Tipico abito estivo femminile da campagna confezionato con tessuti leggeri o in mussola ricamata che andava di moda nel 1840. Veniva indossato molto morbido, senza corsetto ma con le stecche ed esisteva anche una versione da sera, arricchita con falbalà di pizzi.
2- Accappatoio da casa indossato al mattino dalle signore, elegante ed ornato realizzato in lana leggera e dai colori delicati.
3- Attualmente indica una mantellina coprispalle di vario tessuto che si indossa per pettinarsi.

PELICON: Sopravveste femminile formata con una pezza molto ampia con le aperture per braccia e testa, realizzata in tessuto leggero, con strascico e talvolta bordata di pelliccia. 

PEEKABO: Blusa confezionata in mussolina.

PELISSE: Cappotto da donna abbastanza simile al modello maschile, aperto davanti e variamente decorato.


PELLANDA: Indumento dalla linea imponente ed assai ricco di ornamenti. Di moda nel 1300 e 1400, era una sopravveste molto ampia e fluente, aderente fino al seno che si allungava ed allargava in uno strascico con maniche ampie e lunghe. Ornata di frange, liste, e merletti, era una tipica veste invernale spesso foderata di pelliccia, che veniva indossata per uscire.

PELLE: Rivestimento esterno del corpo di esseri viventi. Con quella di alcuni animali (mucca, cinghiale, tori, vitelli), dopo la concia,  si realizzano capi di abbigliamento e accessori. Con quella degli anfibi si fanno solitamente gli accessori, come ad esempio i guanti realizzati con la pelle della Rana d'America.

PELLE DI DAINO: Nome generico di tessuti dalla superficie leggermente liscia e vellutata. E' molto diffuso, nel genere, un tipo si saglia di seta pesante con cui si confezionano anche cravatte e che i cinesi chiamano "pelle di pesca" ed i francesi "pelle d'angelo".


PELLE D'UOVO: Mussolina finissima in cotone, lino o seta, semitrasparente, simile alla pelle d'uovo per colore ed aspetto. Viene usata per biancheria intima femminile.

PELLE DI SETA: Tessuto leggero soffice, in seta o raion a superficie satinata, ma poco lucente e piuttosto granuloso.

PELLE SHAGREEN: Termine che negli ultimi anni del 1600 indicava un tipo di pelle di pesce. Nel primo settecento veniva levigata per renderla liscia, acquisendo così piccolo segni circolari che la rendevano molto caratteristica.

PELLEGRINA: Mantello variamente composto, sia da uomo che da donna, in voga nell'800, ma derivato da modelli in uso fino dal medioevo come semplici mantelline, o colletto detto appunto "a pellegrina", usato in Olanda nel 1600. Verso la fine del 1800, aveva un largo bavero che copriva le spalle arrivando fino al gomito o al polso; era lungo davanti e più corto dietro e solitamente fatto in lana pesante per l'inverno ed in pizzo con ruches per l'estate.


PELLETTIERE: Colui che produce e/o vende oggetti di pelletteria.

PELLICCIA: Capospalla realizzato con pelo di animali vari conciato e lavorato per mantenere morbidezza e lucentezza. Negli ultimi anni è entrata in produzione un tipo di pelliccia sintetica che imita molto bene quella vera.

PELLICCIONE: Lungo mantello di pelliccia dalla linea piuttosto ampia, molto di moda nel 1300 come indumento maschile invernale, da portare esternamente o anche sotto le sopravvesti, con il pelo sempre rivolto verso il corpo ed il cuoio esterno ricoperto di stoffa.

PELO: Superficie in rilievo di un tessuto, formato da minuscole asole che possono essere tagliate, come nel velluto o nel pelouche, o lasciate a riccio, come nella spugna.

PELOSITÀ: Qualità di un tessuto che può essere eliminata con operazioni di gasatura, bruciapelo o cimatura.

PELUCHE: Tessuto simile alla felpa e al velour, ma con il pelo molto più lungo, usato per confezioni femminili.

PENDENTE: Gioiello portato come ornamento al collo, solitamente appeso ad un nastro o catena.

PENERO: Lembo dell’ordito non tessuto, lasciato come frangia ornamentale, che si trova spesso in asciugamani, scialli e coperte.

PENULA: Modesto mantello corto e rotondo di origine etrusca, originariamente tutto chiuso, con un taglio centrale per infilare la testa e spesso munito di cappuccio. Presso i Romani era in uso in ambito militare, per poi passare ai civili come mantello da viaggio, ed infine agli avvocati in Tribunale e ai senatori.

PEPLO: Parte dell’abbigliamento delle donne greche e romane, costituita da un lungo e largo lembo di tessuto, passato sotto il braccio destro e fissato con una fibbia metallica sulla spalla sinistra, in modo da formare un drappeggio; poteva anche esser fermato in vita da una cintura. Era confezionato in lana ed in lino, e presentava bordature colorate.

PERCALLE: Tela di cotone medio-leggera, usata anche nella camiceria da uomo, simile al madapolam ma fatta con filati più fini; note varietà di percalle, sono il taffettà e la silesia.


PERFORATORE: Attrezzo per modellisti usato per riportare i punti di riferimento nei modelli.

PERGAMOIDE: Tessuto trattato come le tele cerate.

PERIODICI GIORNALISTICI: Periodici che raggiungono un ampio pubblico parlando di vari argomenti tra cui la moda, trattata come argomentazione sulle dinamiche di cambiamento del fenomeno, e come servizi fotografici sulle tendenze in corso. Si distinguono a seconda della ciclicità di uscita.

PERIZOMA: Fascia che avvolge i fianchi e scende a coprire i geniali, tradizionalmente portata dai popoli primitivi.

PERLA: Ornamento usato in gioielleria e in abbigliamento. Anticamente si credeva fossero prodotte dal mare, ma in realtà le perle si formano quando un corpo estraneo, come parassiti o pezzi di conchiglie, si ferma nella cavità palleala delle conchiglie, tipicamente le ostriche, e viene ricoperto da strati di madreperla in modo da proteggere i tessuti del mollusco da eventuali irritazioni; si depositano così vari strati di calcio concentrici che, in combinazione ad altri minerali, creano questi preziosi oggetti. Esistono due categorie principali di perle: le perle di acqua dolce, che vengono coltivate in laghi e fiumi, e le perle di acqua salata, provenienti da oceani e lagune. Il colore più comune nelle perle è il bianco, ma si possono trovare anche perle rosa, avorio, viola scuro, grigie e nere.

PERLÉ: Filato da uncinetto, simile al cordonetto.

PERLINE: Applicazioni in vari materiali usate per abbellire tessuti e capi di abbigliamento. Ne esistono di vari tipi:
-A FONDO PIATTO: Pietre di varie forme e dimensioni dal fondo piatto e argentato ed uno o due fori ai lati per essere applicate.
-A GOCCIA: Perline a forma di goccia forate all'estremità a punta e talvolta anche in quella tonda.
-A RONDELLO: Perline a forma di ciambella che possono essere in vetro, plastica o pietra sintetica.
-CON SUPPORTO: Perline non forate ma inserite in una montatura in metallo che può essere cucita al tessuto.
-LOSANGA: Perline rettangolari o a rombo forate nella loro lunghezza. 
-ORIGINALE: Categoria di perline polivalente che comprende tutte le forme fantasia, come foglie, fiori, marquise, barchetta, stella, animale ecc...
-PAILLETTE: Piccoli cerchi luccicanti in plastica o metallo che vengono adoperati per decorare abiti e tessuti.
-PERLINE A SEMINO: Chiamate anche Rocaille, sono di varie dimensioni e con bordi smussati.
-PERLINE TUBOLARI: Perline di forma tubolare, perfettamente cilindriche dai lati piatti o attorcigliate e di varie lunghezze.
-PERLINE TAGLIATE: Perline dalle dimensioni simili ai semini, dalla superficie piatta o modellata; quelle a doppio taglio hanno l'aspetto di un esagono viste dall'alto.
-ROTONDA: Perline di forma sferica, in vetro, plastica o metallo.
-SFACCETTATA: Perline che possono avere forma rotonda, a goccia o a losanga ma dalla superficie sfaccettata.

PERLON: Fibra poliammidica inventata in Germania negli anni '30 e più resistente e pratica del nylon, ma non altrettanto morbida e quindi non molto utilizzata in abbigliamento.


PERLON U: Fibra sintetica di poliuretano, prodotta in Germania.

PERLURAN: Fibra sintetica in poliammide da caprolattame, prodotta in Germania.

PERONE: Fibula o anche spilla e fibbia, creata in metallo o avorio, usata per trattenere i capelli.

PERRAJE o REBOSO: Specie di scialle Maya rettangolare tessuto a telaio a pedale, con frange longitudinali. Ha molti usi: per proteggersi dal freddo, coprire la testa, trasportare un bambino.

PERSIA: Tipo di pelliccia proveniente da una razza bastarda di agnelli che vengono uccisi al decimo giorno dalla nascita. Il pelo è lucente, grigio antracite e nero con riccioli compatti.


PESCE: Pelle di pescecane e pescesega, che permette di ricavare un cuoio pregiato , detto “zigrino” per via della particolare rugosità che lo caratterizza.

PESO: Attrezzo usato in confezione per fermare il modello sul tessuto o sul cartone.

PESO SPECIFICO: Il peso specifico di una fibra indica la capacità di dare fili o filati più o meno voluminosi, quindi con un potere coprente più o meno grande. Più è basso il peso specifico più è alta la voluminosità del filo. In generale indica il peso in grammi riferito a metro lineare o a metro quadrato, e varia a seconda dei tipi di tessuto, del titolo, dei filati impiegati e dei finissaggi.

PETASOS: Detto anche Tassalico, è un copricapo di origine greca a falda larga, simile al tetto di una pagoda, con sottogola, usato dagli antichi romani per viaggiare.

PETANLER: Termine francese che indicava dei succinti casacchini femminili di moda nella seconda metà del 1700 che venivano indossati sopra il sottanino. Erano in lana o cotone, più o meno guarniti e di colore chiaro, dal bianco al cenerino. Il nome deriva da quello francese un po’ sguaiato di “pet en l’air” che allude, appunto, alla corta misura della falda.

PETIT-GRIS: Morbida pelliccia ricavata dallo scoiattolo siberiano o vaio.

PETTICOAT: Sottoveste a sottana rigida con applicazioni di volant e rouches che può essere anche a più balze.


PETTINACCIA: Scarto della pettinatura costituito dalle fibre più corte, eliminate dai pettini.

PETTINATO: Filato fatto con fibre tessili della stessa lunghezza e rivolte nella medesima direzione secondo un procedimento che permette di ottenere filati molto fini e ritorti, da cui derivano tessuti leggeri ma anche particolarmente robusti ed ingualcibili.

PETTINATURA: Operazione che completa la pulitura delle fibre, le seleziona in lunghezza eliminando quelle più corte.


PETTINE BATTENTE: Telaio attraverso il quale passano i fili dell’ordito, che ha una doppia funzione: fare da guida alla navetta che contiene la spola, e serrare le trame al tessuto, mantenendo equidistanti i fili di ordito. 

PETTORALE: Lembo di tessuto numerato che gli atleti postano sul petto durante le gare. In antichità, specie nel 1200, era un tipo di ornamento femminile che veniva portato davanti sul petto, realizzato in tessuto vario con ricami e fregi.

PETTORINA: 1- Parte di un capo di abbigliamento che ricopre il petto e che anticamente era più ricca del resto della veste, che le donne usavano mettere sopra la chiusura del busto all'altezza del seno. Oggi indica un davantino in tessuto di cotone variamente ornato, generalmente indossato sotto i tailleurs. 
2- Parte davanti in tessuto delle salopette.

PEZZA: Pezzo di tessuto che può essere a tutta altezza o a doppia altezza

PHORMIUM: Canapa della Nuova Zelanda.

PHRILON: Fibra sintetica di poliammide da caprolattame, prodotta in Germania.

PHULKARI: Tecnica di ricamo indiano tipico della zona del Punjab, ma di probabile provenienza centro asiatica o iraniana. Il termine letteralmente significa lavorazione dei fiori e consiste in un ricamo dall'effetto multicolore su cui vengono usati fili di seta (raramente in lana o cotone) gialli, cremisi, arancio verde e rosa, con cui si rappresentano soggetti floreali, di animali, frutta o folkloristici. Questi ricami solitamente si ritrovano nei turbanti dei sikh, sui fazzoletti per coprire la testa e sugli scialli tradizionali, o nei capi per le occasioni o dai simboli importanti, come ai bordi dei Chope rossi donati dalle nonne alle nipoti prima del matrimonio, nei Vari-da-bagh, veste rossa a ricami gialli che simboleggia la felicità e fertilità, o nei sari-pallau.

PIANIFICAZIONE: Seconda fase dello sviluppo della collezione che struttura la varietà dell'offerta in base all'occasione d'uso, alla fascia di prezzo e alla categoria merceologica. La pianificazione estensiva della produzione può misurarsi su due logiche operative: la logica del programmato (si produce sul venduto precedente) e la logica del continuativo (si produce sulle previsioni di vendita).

PIANETA: Paramento che il celebrante cattolico indossa durante la messa, sopra il camice, di colore variante a seconda della cerimonia. Presso gli antichi romani era un mantello da viaggio con cappuccio; presso i bizantini era già la parte dell'abbigliamento ecclesiastico dove il cappuccio si trasformò in un emblema ricamato sul dorso.

PIANTA: E' la parte di fondo interna della scarpa sulla quale si poggia il piede.

PIAZZATO: Si dice di disegno, ricamo o motivo stampato, collocato in un determinato punto del tessuto o del capo finito e che rimane come unica decorazione, non ripetuta.

PIBIONES: Tecnica tradizionale di tessitura grani tipica della Sardegna. Il tessuto che ne viene fuori, risulta essere abbastanza pesante e compatto ad armatura a tela, dove il disegno, il vero e proprio pibones, è creato da un filo di trama supplementare le cui dimensioni sono maggiori rispetto a quella degli altri fili di trama ed ordito del fondo; la parola "pibiones", infatti, in Sardo significa acini d'uva, ed è il nome dato ai piccoli anelli di filato (pippiolini) che sporgono dalla superficie del tessuto formando il disegno. 

PICCIONE PETTORUTO: Nel XIV veniva così chiamato il panciotto imbottito davanti che gli uomini indossavano sotto la giubba.

PIED DE COQ: Termine francese che indica un tessuto simile al pied de poule, ma con disegni un po' più grandi.

PIED DE POULE: Tessuto con il caratteristico disegno a "zampa di gallina" ottenuto ordendo e tessendo quattro fili chiari e quattro scuri. Viene usato per fare gonne, pantaloni e capispalla, nei caratteristici colori bianco e nero e bianco e marrone.

PIEDINO: Elemento delle macchine da cucire, necessario sia per il trasporto del tessuto che per la formazione del punto. Ne esistono di differenti tipi, dallo standard a quello per occhielli, da quelli per ricamo a quelli per la maglia, da quelli per bordare a quelli per cerniere ecc.

PIEGACAMICIE: Macchina usata in confezione per piegare con rapidità le camicie.

PIEGHE: Piegature del tessuto, eseguite sui capi d'abbigliamento. Le principali pieghe sono:
-A CANNONE ESTERNO
-A CANNONE INTERNO
-A CAMPANA o GODET
-CUCITE
-ALLA DIOR
-AD OMBRELLO
-SCIOLTE
-A VENTAGLIO

PIEGHETTARE: Eseguire piccole pieghe ravvicinate su un tessuto.

PIEROTTA: Tipica veste femminile del 1700, di varia lunghezza, con collare pieghettato come quello del Pierrot francese, di cui ne subisce l'influenza.

PIETRE PREZIOSE: Insieme di gemme e pietre dure, più o meno preziose e colorate con cui vengono realizzati gioielli e che vengono anche usate come amuleti. Le più note pietre preziose sono:

DIAMANTE: E' il più duro e prezioso di tutti i minerali. I più preziosi in assoluto sono privi di impurezze giallo-brune. 
DANUBRITE: Incolore o con tendenze giallognole, brune o rosa pallido, per aspetto somiglia al diamante.
RUBINO: Molto duro e colorato in rosso, le sue varietà più pregiate sono quelle a colorazione intensa e senza difetti. 
SPINELLO: Gemma di colore rosso che può variare verso il viola, rosa, arancio o porpora e che può somigliare al rubino. 
CRISOBERILLO: Gemma di colore giallo dorato del gruppo degli Spinelli.
ZAFFIRO: Dalla colorazione blu, le cui varietà più pregiate sono quelle scure, purissime e trasparenti, talvolta tendenti all’indaco. Pur di valore minore, si trovano e s’impiegano anche zaffiri gialli, bruni, rosa, verdi.
QUARZO: Molto diffuso e di non grande valore, ne esistono diverse varietà. Purissimo, incolore e perfettamente trasparente viene detto Cristallo di Rocca, o Quarzo Ialino. Se è giallo con tendenze verso l’arancio o il bruno, è detto Quarzo Citrino. Se viola è chiamato Ametista. Se presenta i colori del Citrino e dell’Ametista insieme, si ha il Quarzo Ametrino. Se tende al verde chiaro, si ha la Prasiolite. Se di un rosa pallido, è chiamato Girasole, o Quarzo Rosa. Se presenta una colorazione che va dal bruno-chiaro al bruno-nero, si ha il Quarzo Fumé. Se si presenta con riflessi azzurri, marroni e color oro, si ha la Pietersite. Se contiene degli inclusi di pagliuzze di mica scura si ha l’Avventurina, dal colore verde brillante, ma la si può trovare anche con possibili varianti rosse, Eosite, gialle e blu. Se presenta inclusioni aghiformi di rutilio, si ha il Quarzo Rutilato con tonalità che vanno dal marrone al giallo al grigio e violaceo. Se presenta inclusioni aghiformi di rutilo e tormalina, viene detto Tormalinato o Freccia di Venere. Se presenta cristalli orientali di crocidolite che conferiscono un riflesso longitudinale, si ha l’Occhio di tigre, dal colore bruno dorato. Della stessa varietà opaca e con effetti di “gatteggiamento”, si hanno anche l’Occhio di Falco, l’Occhio di Gatto, l’Occhio di Bue, di un bel colore mogano con inclusioni di ematite, e l’Occhio di Ferro. Altri quarzi sono il Quarzo Cattedrale, l’Elestrale, il Quarzo Lemon con tonalità tendenti al giallo limone, il Quarzo Madera varietà di Citrino con colorazione bruno-rossastra, il Quarzo Skeletro, il Quarzo Ematoide detto anche Q. Rossastro o Q. Rubinaccio dal colore rosso violaceo/arancio, ed il Quarzo Idolite, con inclusioni di fango.
Nel caso in cui si hanno depositi microcristallini di quarzo stratiformi con impurezze ed inclusioni che provocano colorazione molto varia, si è in presenza dell’Agata, alcune cui varianti sono l’A. Botswana, dal colore grigio-azzurro/blu, l’A. Muschiata, dalle colorazioni rossastra, verde, marrone, o bruna con inclusioni verde muschio, e l’A. dal Pizzo Blu (Blu Lace Agate) o Calcedonio, dal colore azzurro chiaro con striature bianche. Di stessa struttura e composizione, ma di colorazione differente, è l’Onice, dagli strati neri e bianchi, o grigio chiari o grigio scuri.
DIASPRO: Varietà opaca di Quarzo, dalle colorazioni intense, come quello bianco avorio con stirature rosse ed il verde-grigio. Varietà di Diaspro sono: Diaspro Dalmata, di color bianco-crema con punti di colore marrone scuro o nero; Diaspro Orbicolare o Oceanico, che presenta piccoli disegni circolari e viene anche chiamato Pelle di Leopardo, Eliotropio o Diaspro Sanguigno, che si presenta di colore verde con puntini brillanti rossi.
MOKAITE: Chiamata anche Diaspro Australiano, è una pietra dal colore variegato: dal bianco-giallo al rosso-arancione.
MOLDAVITE: Gemma dal color verde bottiglia.
HERKIMER: Cristalli di Quarzo che per la loro lucentezza e purezza, sono anche chiamati Diamanti Herkimer.
BLENDA/SFALERITE
CRISOCOLLA: Di colore verde-turchese, presenta venature verde cupo o striature rossastre.
CALCITE: Si presenta in diverse colorazioni, verde, rosa, arancio, blu e giallo.
MANGANOCALCITE: Si trova nei colori bianco, rosato, giallastro, bruno o verde.
PREHNITE: Minerale di colore verde, grigio, grigio-verdastro.
OPALE: Gemma dalle differenti varianti: Opale Andino, o Crisopale, la si può trovare rosa, blu, verde, grigio-azzurro; Opale BoulderOpale di Fuoco, dall’eccezionale gioco di colori, può contenere rosso, giallo, verde, blu, celeste e viola.
OPALITE: Pietra iridescente conosciuta anche come Tiffany Stone, Ice Cream Opal o Opale –Fluorite e si presenta nelle sfumature del blu, del rosa e bianco.
ANTIMONITE: Minerale opaco formato da cristalli rombici caratterizzati da striature verticali nere, lucentezza metallica e colore variabile dal grigio al nero. 
CALCOPIRITE: Pietra dall’ottone al giallo oro, con venature dal violetto al verde e riflessi bruni, chiamata Rame Giallo.
STAUROLITE: Minerale che spesso si presenta in cristalli a forma di croce greca.
CRISOPRASIO: Pietra dura usata come gemma, dal colore tipicamente verde mela, ma che può essere anche più scuro.
CROMO-DIOPSIDE: Gemma dal colore verde.
OSSIDIANA: Vetro vulcanico dalle molte varietà di colori, come nero, grigio, marrone, verde e rosso maculato nero. Se presenta inclusioni bianche o rosate è detta Fiocco di neve; se è di colore verde bottiglia, è detta Ossidiana Nobile.
EKANITE
FLUORITE: Pietra incolore se pura o colorata di viola, giallo, blu, verde, rosa, arancio, bruno, grigio o nero, se spuria. 
GASPARITE
MUSCOVITE
HIDDENITE: Minerale di colore verde-giallo o verde smeraldo (Smeraldo di Litio o Smeraldo Spudomene). Esiste anche la versione che va dal rosa pallido al lilla, chiamata Kunzite.
HOWILTE: 
IOLITE/CORDIERITE: Gemma che si presenta di colore viola, nelle varie tonalità di blu, gialla o incolore.
MAGNESITE: Minerale che, nella versione azzurra, assomiglia molto al Turhcese.
ENSTATITE
MALACHITE: Pietra caratterizzata da strisce concentriche alternativamente verdi chiare e scure.
AZZURRITE: Simile alla Malachite, è di colore azzurro, azzurro-verde. 
TURCHESE: Dalla colorazione azzurra con sfumatura verso il verde.
EMIMORFITE: Si presenta incolore, o bianca, grigia, giallastra, bluastra, verdastra, bruna.
LARIMAR: Chiamata anche Pectonite Blu, è di colore verde e blu con inclusioni bianche e talvolta rosso-marrone. 
AMAZZONITE: Dal colore verde brillante con spesso venature cristalline bianche che le conferiscono riflessi luminosi.
LAPISLAZZULI: Gemma blu profondo costellata di luccicanti inclusioni dorate.
SODALITE: Pietra simile al Lapislazzuli, di colore blu e verdastro-azzurrognolo con tracce bianche, grigie e nere.
DUMORTIERITE: Pietra durissima blu, facilmente confondibile con Lapislazzuli o Sodalite.
LABRADORITE/SPECTROLITE: Gemma tendenzialmente grigio-azzurro con effetti iridescenti.
EPIDOTO: Si presenta nei toni del verde, dal pistacchio all’oliva sino al verde scurissimo quasi tendente al nero.
OLIVINA: In gemmologia è chiamata Peridoto e si presenta di un verde brillante.
HACKMANITE: Gemma che ha la proprietà di cambiare colore se esposta a luce ultravioletta o se passa da buio completo a sole forte, così da bianco-rosa muta ad un rosa intenso-violetto.
TORMALINA: Gemma che comprende diverse specie: Sciorlite, Dravite, Ebaite, Liddicoaite; di queste ultime due esistono ulteriori varietà tra cui Rubellite, Siberite, Indicolite, Verdeite. 
DIOPSIDE: Minerale dal colore bianco, grigio, giallo o verde pallido, e talvolta verde scuro o quasi nero.
ULEXITE
SCAPOLITE
PIETRA DELLA LUNA 
PIETRA DEL SOLE/ELIOLITE: Pietra traslucida bruna o giallastra contenente lamelle di ematite color oro o rame.
CACOXENITE: Minerale che si presenta a ciuffi di colore variabile dal giallo paglierino fino a tonalità brune.
BRONZITE: Pietra di colore bruno.
EMATITE: Ossido di ferro con cui si fanno pietre di colore grigio antracite.
BIOTITE: Si presenta di colore scuro, verde o più spesso nero.
GRANATO: Si trova in diversi colori. Alla famiglia dei granati appartengono l’Almandino (rosso scuro tendente al viola); il Piropo (rosso intenso); la Rodolite (trasparente); la Spessartite o Granato Mandarino (giallo-arancio); l’Uvarovite (verde smeraldo); l’Andradite nelle sue varietà: Demantoide (verde), Granato Arcobaleno, Melanite (nera), e Topazolite (gialla). La Grossularia nelle sue varietà: Essolite (rosso-arancio, giallo-arancio, bruno), Romanzovite (bruno scuro) Rosolite (rosa garofano) Succinite (giallo chiaro ambrato), Tsavorite (verde intenso).
UNAKITE: Granito alterato composto da ortoclasio rosa, epidoto e quarzo.
ZIRCONE: Dall’elevatissimo indice di rifrazione, lo si può trovare in svariati colori.
LEPIDOLITE: Nei colori dal violetto al rosa, rosa pallido, porpora, bianco e grigio, con sfumature gialle o verdi.
TITANITE: Minerale di colore giallo-verde in molteplici tonalità, trasparente, rosso-bruno ed anche nero. 
TOPAZIO: Lo si può trovare in colore azzurro debole o intenso, in giallo, arancio, rosso, bruno, rosa e incolore. 
APATITE: Si trova in vari colori, in particolare in blu, verde-blu, violetto e giallo.
LEPIDOCROCITE: Minerale generalmente di colore rosso cupo tendente al marrone.
COBALTOCALCITE
ASTROFILLITE: Minerale di colore marrone tendente al giallo, raramente verdastro, dai riflessi metallici e iridescenti.
BERILLO: Cristallo frequentissimo in molte rocce, che si presenta di colore bianco, verdastro, rosa, opaco.
SMERALDO: Varietà preziosa del comune berillo, è trasparente e colorato in verde scuro. Della stessa famiglia dei Berilli sono preziose anche le varietà trasparenti e dotate di colorazione diverse dalla verde, come l'Acquamarina, celeste chiaro, azzurro verde e azzurro profondo; la Morganite di un colore rosa; e l'Eliodoro, Berillo Giallo, di colore giallo.
DIOPTASIO: Minerale dal colore simile allo Smeraldo, ma meno prezioso.
ALESSANDRITE: Rara gemma verde che può assumere numerose tonalità del rosso, del grigio o del violaceo.
ANDALUSITE: Colore e riflessi sono simili all’Alessandrite, ma è poco trasparente.
CHIASTOLITE: Varietà opaca di Andalusite che presenta una croce verdognolo-biancastra su fondo verde cupo o bruno.
VENSUVIANITE: Combinazione a più forme di cristalli dal colore che varia dal giallo al bruno al nero.
PIETRA PAESINA
PIRITE: Conosciuta come Pietra Focaia, è color argento, incolore, bianco, rosa, verdastra o con riflessi azzurri-bianco. 
GIADA: Chiara, quasi bianca, o dalla colorazione verdina tendente allo scuro, con i toni di verde o bruno, o al rosa. Le sue varianti sono la Nefrite nei colori dal nero al verde scuro, dal marrone al giallo e al bianco; la Giadeite che può essere verde, gialla, porpora, rosa, bianca, arancio, bluastra, marrone e grigia; la Giada Imperiale, color verde brillante.
NEW JADE 
ACTINOLITE
RODONITE: Minerale che si presenta di colore rosa, rosa scuro e rosso-rosato.
ANGELITE: Aggregazione di cristalli dal tipico colore bianco-azzurrognolo.
ZOISITE: Pietra tra le cui varietà più note vi sono la Tanzanite (blu con riflessi rossastri) e la Thulite (rosa-fior di pesco).
RODOCROSITE: Pietra di colore rosa intenso con venature bianche, o, se trasparente, vira verso un colore più rossastro.
SERAFINITE: Cristallo di colore verde intenso con striature argentee iridescenti.
SEPTARIA
CHAROITE: Pietra di colore viola intenso con volute bianche e nere.
SUGILITE: Pietra il cui colore varia dal viola scuro al porpora.
APOFILLITE: Minerale bianco o debolmente colorati di rosa, verde o giallo.
CORNIOLA: Varietà di calcedonio. La colorazione più pregiata è rosso-arancione.
ARAGONITE
PIETRA D’ORO/GOLDSTONE

PIGIAMA: Capo di abbigliamento composto da giacca e pantalone, entrato nell'uso comune agli inizi del 1900, come sostituto della camicia da notte.

PILE: Tessuto morbido e caldo prodotto con materiali come la plastica e la lana riciclata ed ha la caratteristica di asciugarsi facilmente e non necessita di stiratura,  proprietà per cui viene utilizzata soprattutto per la realizzazione di capi di abbigliamento sportivi invernali.

PILEUS: Berretto usato dagli antichi Greci e Romani, in feltro e a forma conica, usato per lo più in viaggio o in campagna. Nel XI secolo veniva usato anche dalle donne ricche, sempre dalla forma conica ma più alto e talvolta d'oro e portato sopra il velo che raccoglieva i capelli.

PILLIBOX: Piccolo cappello rotondo simile ad una scatola da pillole, senza falda, che viene portato anche inclinato dietro la testa. Fu reso popolare negli anni '60 da Jackie Kennedy.

PILLING: E' la caratteristica tendenza di tessuti e maglie di lana, fabbricati con fibre fini ma corte, a formare minuscole palline di peluria sulla superficie. Viene eliminato con la spazzola.

PIN STRIPES: Tessuto da uomo a righe sottilissime, come teste di spillo.

PINCE: Piccola piega studiata per riprendere l'ampiezza di un tessuto e per modellare un capo di vestiario sul corpo.

PINCE-NEZ: Occhiali senza stanghette, costruiti su una molletta d'acciaio che li tiene fissati sul naso.

PINTADERA: Termine alternativo con cui può essere indicata la tecnica di tintura Tye-Dye.

PINZA PER INTACCHE: Strumento usato in sartoria dai modellisti per eseguire intacche sui modelli in cartone.

PINZA PER TESSUTI: Attrezzo usato in confezione per fermare il tessuto durante l'operazione di taglio.

PIÑA: Fibra naturale estratta dalle foglie della pianta dell'Ananasso Comosus, in particolare la varietà rossa spagnola,  che da vita a tessuti di qualità eccellente.

PIPING: Tipologia di nastro in tessuto o pelle, con un piccolo rigonfiamento su di un lato che viene inserito nei capi come rifinitura.

PIPISTRELLO: Mantello maschile, solitamente nero,  da indossare la sera, che era costituito da un largo bavero che copre le spalle e parte delle braccia, sostituendo le maniche.

PIQUÉT: Tessuto doppio, di cotone caratterizzato da una superficie a rilievo, formata da piccole coste, usato per abbigliamento sportivo.

PISTAGNA: Dallo spagnolo pestaña, che significa orlo, è una striscia di tessuto, sottostante, del colletto alla quale viene fissata la parte che, venendo ripiegata verso il basso, rimane l'unica in vista. Viene chiamata comunemente anche listino.

PIUMA: Ottenuta dal manto degli anatidi d'allevamento, oche e anatre, la d'impiego industriale conserva tutte le sue meravigliose proprietà termoregolatrici e isolanti. Infatti la struttura e la disposizione delle piume creano innumerevoli celle d'aria con effetto coibente: il microclima corporeo risulta perciò perfettamente protetto dall'ambiente esterno.

PIUMINO: Giacca a vento imbottita di piume o altro materiale isolante, fatta per proteggere il corpo dal freddo invernale.

PIUMONE: Complemento per il letto composto di tessuto e piume, che può essere realizzato con diversi tipi di trapuntature; la qualità di questo complemento dipende dalla qualità dell’imbottitura
(piumino, piumette, piume, ecc) dalle percentuali dell’eventuale mischia, dalla quantità (peso), e dalla
qualità del tessuto utilizzato.

PIVIALE: Lungo mantello per la pioggia indossato dagli antichi Romani, poi usato come paramento sacro cattolico, aperto davanti e unito da un fermaglio che veniva usato nelle benedizioni.

PIZZO: Superficie tessile molto delicata con un fitto motivo artistico su fondo trasparente che viene ricamato, tessuto o lavorato all'uncinetto sia manualmente che industrialmente. Viene chiamato anche Trina o Merletto. Esistono differenti tipi di lavorazione per realizzare altrettanti differenti tipi di merletti.
MERLETTI AD AGO: Genere di pizzi eseguiti sopra un disegno prestabilito con il solo uso di ago e filo e di un piccolo telaio rotondo come supporto. I merletti ad ago conosciuti sono:
-RETICELLO: Trina di origine veneziana che vede un'alternanza di fili sfilati e tagliati, salvo quelli utili a formare la griglia su cui vengono poi costruiti i motivi ornamentali, costituiti solitamente da fiori, cerchi o rombi.
-PUNCETTO: Trina originaria della Valsesia e composta da una serie di nodi che si effettuano secondo una tecnica specifica, ed è caratterizzato dalla geometricità degli schemi e dalla bellezza delle sue simmetrie; viene usato generalmente per bordare tovagliette, centrini, fazzoletti.
-MERLETTO DI BURANO: Prodotta dall'omonima isola della laguna Veneta, è una delle trine più rinomate al mondo ed entrò a far parte di lavorazioni per importanti famiglie come i Medici o i Tudor.
MERLETTI SU TOMBOLO: Pizzi realizzati su un apposito strumento in legno, il Tombolo, composto da un sostegno su cui poggia un tamburo circolare imbottito che serve come base su cui elaborare il pizzo tramite i fuselli a cui sono avvolti i fili. Le città Italiane più note per la lavorazione a tombolo sono Aquila, Cantù, Cogne, Isernia, Gorizia, Offida e Pozzuoli. I più noti pizzi realizzati a tombolo sono:
-BLONDE: Merletto di seta a fuselli con fondo a rete, entrato nell'uso in Francia alla metà del XVIII secolo, il cui nome faceva riferimento al colore originario con cui veniva eseguito. Nacque, come il successivo nella città di Chantilly.
-CHANTILLY: Merletto molto leggero e sottile proveniente dalla città francese omonima originariamente in seta nera, ma poi realizzato anche in bianco.
-MERLETTO DI BRUXELLES: Detto anche Punto Gaze, è una varietà di trina mista all'ago e a fuselli eseguita formando un fondo leggerissimo di maglie a tulle, con un filato di cotone finissimo.
-REBRODÉ: Pizzo leggero con ricamo a rilievo usato per abiti da sposa.
-VALENCIENNE: Finissimo merletto molto pregiato lavorato a fuselli in filato di lino o cotone con fondo a rete riccamente decorato con motivi vari. Nel 1700 era molto di moda e veniva usato per guarnire camice, colletti, polsini, fazzoletti da mano e biancheria. Viene prodotto nell'omonima città francese e in Belgio.
MERLETTI A 'MANO LIBERA': Sono così detti quei merletti che vengono realizzati attraverso diverse tecniche ed attrezzature non raggruppabili in un unico insieme; tra questi i più noti sono:
-CHIACCHIERINO: Lavorazione artigianale che prende il nome dallo strumento usato per la sua realizzazione, ovvero un tipo particolare di navetta oblunga, con le estremità che si toccano, all'interno della quale viene avvolto il filo di cotone. Il pizzo realizzato è adatto a bordature e rifiniture di tende, colli e centrini.
-FILET: Sorta di rete realizzata con la stessa tecnica usata dai pescatori per le reti da pesca; il modano è l'unico strumento necessario alla lavorazione e consiste in una spola rettangolare su cui è avvolto il filo da annodare. La caratteristica quadrettatura a rete di tale trina, ne fa risaltare i motivi geometrici ricamati a punto rammendo o punto tela 
-MACRAMÈ: Merletto totalmente artigianale di origine araba, giunto in Italia verso il 1400, che consiste in un lavoro di nodi consecutivi, appoggiati in un apposito cuscino. 
-UNCINETTO: Merletto realizzato tramite un apposito uncino di varie dimensioni, sulla base della finezza del filato usato, che funge da guida per il filo. Con tale tecnica, si possono creare svariate cose, dai centrini all’abbigliamento e accessori.
MERLETTI A MACCHINA: Pizzi realizzati tramite telaio; ne esistono di tre tipi fondamentali:
-PIZZO SANGALLO: Particolare pizzo che prende il nome dall’omonima città Svizzera da cui proviene, e che consiste in una tela di cotone, impreziosita da ricami a traforo ed a rilievo 
-PIZZO LEAVERS: Pizzi realizzati su telaio omonimo che sono caratterizzati da un elaboratissimo funzionamento a intrecci di trama e ordito sui numerosi fili che vengono impiegati per ottenere la trina, preziosa per l’alta definizione e minuziosità con cui appare il disegno finale. 
-PIZZI JAQUARD: Realizzati su telai a più colori che prendono il nome sulla base del telaio su cui vengono realizzati, come i Rachel, che danno pizzi semplici e grossolani, i Jaquardtonic, che danno pizzi dai motivi ricchi e di effetto, Textronic e Supertronic, che danno pizzi dai disegni ricchi e dal marcato effetto a rilievo.

PLACCA D'AGO: Sottile lastra di metallo, di varia dimensione, necessaria all'ago per la formazione del punto e alla griffa per il trasporto del tessuto.

PLACCATURA: Comunemente chiamata vanisè, è un intreccio di maglia rasata in cui vi è l'inserimento contemporaneo di due fili nello stesso guidafilo a due fori o due portafili vicinissimi, e la conseguente formazione di maglie a filo sovrapposto.

PLAID: Grande scialle o coperta di lana con i caratteristici disegni scozzesi a quadri. Tale termine viene anche usato per indicare genericamente il tessuto stesso.

PLASTRON: Cravatta da cerimonia simile all'ascot,ma dalle cocche più ampie. Indica anche la pettorina di rinforzo messa nel davanti del capospalla classico termoinfustato. In inglese tale termine può indicare anche una guarnizione.

PLEUREUSES: Termine francese con cui vengono indicati gli ornamenti dei cappelli, composti da piume o penne di struzzo acconciate in vari modi.

PLEXON: Termine convenzionale per indicare tutte le fibre naturali e artificiali ricoperte o rivestite di un sottile strato di resina sintetica.

PLISSÉ: Tipo di confezione a pieghine, fatte con una cucitura o un tipo di stiratura permanente a macchina, che rende le pieghe resistenti all'uso e al lavaggio. Il tessuto, già pieghettato precedentemente, viene usato per gonne e abiti.

PLUMETIS: Tessuto molto leggero di lana, di cotone, seta o altre fibre artificiali o sintetiche, simile all'organdis, ma più fine e meno apprettato; chiamato anche mussola ricamata.

PLUS FOURS: Termine con cui si indicano i pantaloni alla zuava.

PO: Termine generico con cui si fa riferimento all'indumento usato come soprabito o mantello dell'Hanbok coreano. Ne esistono tre differenti tipi principali:
-DOPO: Tipo di Po indossato principalmente dagli studenti confuciani, gli senobi, a seguito della dinastia Joseon.
-DURUMAGI: Tipo di Po che viene usato principalmente per proteggersi dal freddo e viene chiamato anche Jumagui, Juchaui o Juui.
-SAGYUSAM: Tipo di Po indossato principalmente da bambini e ragazzi fino al momento della cerimonia del gwannye, che segna il passaggio all'età adulta.

POCHETTE: Termine francese che significa tasca. Può indicare sia una piccola tasca sia una piccola borsetta da donna.

POINTILLÉ: Termine francese che indica un tessuto punteggiato in superficie o con piccoli disegni.

POIS: Dal francese pisello, indica un tipo di disegno a pallini, di dimensioni variabili, fatto su tessuto.

POLACCA: 1- Tipica giacca femminile di moda a partire dal 1700 e per tutto il 1800, ispirata dagli avvenimenti del tempo che coinvolgevano la Polonia, da cui prende il nome. Veniva confezionata in velluto o in raso, imbottita o foderata in pelliccia, dalla linea larga e con maniche staccate, che si possono levare come grandissimi guanti. Nel 1800 veniva indossata anche dagli uomini, ed era bordata di pelliccia al collo, ai polsi e all'allacciatura, chiusa da alamari.
2- Stivaletto femminile in pelle, allacciato con stringhe fino a metà polpaccio, in voga negli ultimi anni del 1800.

POLACCHINO: Chiamato anche polacco, era di moda tra le donne del 1600 e era una giubba lunga che scendeva dietro con una falda.

POLIAMMIDICA (PA): Prima fibra chimica sintetica messa in commercio nel 1940, con il nome di Nylon. Può anche essere chiamata: heilon, helion, lilion nivion, ortalion, qina, delfion.

POLIESTERE (PL): Fibra chimica sintetica, prodotta sotto forma di fiocco e, n genere, mischiata con lana o cotone. Può anche essere chiamata: terital, terilene, diolen, wistel, dacron, fidion, trevira, tergal.

POLIETILENICA (PE): Fibra formata da polimeri lineari saturi da idrocarburi alifatici non sostituiti.

POLIPROPILENICHE (PP): Fibre sintetiche di natura paraffinica, con bassissimo peso specifico che presentano parecchie difficoltà di tintura. Hanno un'eccellente resistenza all'usura ed una modesta ripresa dalle gualciture, difatti non sopportano il ferro da stiro. Gli impieghi di tali fibre sono centrati essenzialmente nell'arredamento, ma talvolta anche nella calzetteria e nella maglieria intima.

POLIUREICA (PB): Fibra formata da macromolecole lineari che presentano nella catena la ripetizione del gruppo funzionale ureico.

POLURETANICA (PU): Fibra formata da macromolecole lineari che presentano nella catena la ripetizione del gruppo funzionale uretanico.

POLIVINILE: Sostanza filabile ottenuta per polimerizzazione dell'alcol etilico con la quale si fanno le fibre sintetiche di politene, vinyon, rhovil, movil, saran.

POLIVINILICHE: Fibre sintetiche ottenute per polimerizzazione di monomeri vinilici.

POLO: Modello di camicia sportiva, blusa o maglia, in tessuto piquet, con collo aperto e abbottonatura che arriva fino a metà petto. Sin dai primi del 1900 venne usata dai giocatori inglesi di polo, da qui il nome.

POLONAISE: Nel 1700 era un particolare abito femminile ispirato alla guerra contro i Polacchi che prevedeva una sopragonna che poteva alzarsi o abbassarsi, con un cordoncino trattenuto nella cintura, così da formare ampi drappeggi a piacimento. Tale abito poi si trasformerà nella "Circasienne" a tre cordini e che rialzerà la sopragonna fino alla caviglia.
In seguito, con tale nome, verrà identificato un tipo di tessuto per tappezzeria con righe trasversali in rilievo.

POLSI: Detti anche manichetti, sono dei risvolti con guarnizioni posti ai bordi delle maniche di abiti femminili.

POLSINO: Fascia di stoffa con cui viene ripresa, all'altezza de polso, l'ampiezza della manica nella camicia da uomo e che viene chiusa con bottoni o gemelli.

POLIFIBER: Fibra sintetica di polistirolo prodotta negli USA.

POLYMER: Fibra sintetica di poliammide da acido aminoundecanonico.

POMPADOUR: Tessuti di seta fiorata molto in voga nel 1700 e i preferiti da Giovanna Antonietta Poisson, favorita del Re Luigi XV e Marchesa Pompadour, da cui ne deriva il nome.

POM-PON: Palline in lana o peluche che vengono usate per completare accessori o capi; solitamente si vedono sui berretti invernali, ma possono essere usati anche come nappi nelle borse o nelle mantelle.

PONCHITO: 
Rettangolo di stoffa a quadri bianchi e neri tessuto con telaio a pedali; si usa sopra i pantaloni come un grembiule.

PONCHO: Mantello di origine Sudamericana ottenuto da un telo quadrato con un foro al centro per infilarvi la testa. Divenne di uso comune negli USA verso la fine degli anni '40, per poi tornare in voga venti anni dopo con lo stile folk.

PONGEE: Termine di origine cinese (Pun-ki) che significa tessuto in casa. E' un tessuto di seta Tussah abbastanza leggero ma piuttosto grezzo e andante, o un tessuto di cotone pettinato caratterizzato da una forte lucentezza.

PAPALINA: Detta anche Popelina, indica un tessuto leggero e fine originariamente in lana e destinato ad uso esclusivo del Papa. In seguito indicò un tessuto di qualsiasi fibra caratterizzato dall'ordito più fine della trama.

POPELINE: Voce francese risalente alla forma medievale papaline, e che indica una stoffa che veniva prodotta nella città papale trecentesca Avignone, ed usta per abiti ecclesiastici, per il papa, e da cui discese il termine papalina. Oggi indica un tipo di tessuto molto compatti, finissimo e sottile caratterizzato dall'ordito più fine della trama e che può essere fabbricato in seta, cotone, lana e fibre artificiali e con cui si fabbricano camicie e giacche estive.

PORPORA: Sostanza colorante rossa usata dagli antichi romani come uno dei primi coloranti e che veniva estratta dalla secrezione del mollusco Murice Comune; ogni mollusco forniva una sola goccia di colore, per tale motivo i capi color porpora erano destinati solo alle alte figure politiche.

PORTAMODELLI: Attrezzo usato dai modellisti per appendere i modelli di cartone; può essere snodato e dotato di ganci di varie dimensioni.

PORTE ENFANT: Termine francese che significa portainfante e che consiste in una sorta di sacco di stoffa con la parte posteriore imbottita, nel quale viene posto il neonato per tenerlo in braccio.

POUFF: Chiamato anche sellino o Cul Refrains, era una specia di cuscinetto imbottito che veniva applicato sotto la gonna dietro, con il compito di riunire in un drappeggio il tessuto. Venne lanciato dal sarto inglese Worth, nel XIX secolo, quando la crinolina era definitivamente tramontata.

POULAN: Fibra sintetica di poliuretano prodotta in Giappone.

POULAINE: Termine francese che indica le tipiche calzature maschili, di moda tra il XIV ed il XV sec., con la punta anche tre volte più lunga del piede, che veniva fissato al collo di quest'ultimo con un filo metallico per permettere di camminare senza problemi.

PREFETTIZIA: Soprabito a lunghe falde derivante da una veste lunga indossata un tempo dai prefetti nelle cerimonie, molto simile alla finanziera o redingote.

PRENDISOLE: Veste femminile estiva da indossare sopra i costumi, in spiaggia o in piscina.

PREPPY: Voce americana che significa preparatory schools indicando le scuole private negli USA. Tale termine identifica i giovani americani "per bene", conservatori e tradizionalisti succeduti alla generazione dei ribelli degli anni '50 e '60. Lo stile preppy è quello della Ivy League, sportivo e perbenista della East Coast.

PRESSA DA STIRO: Macchinario speciale per la stiratura a vapore dei vari tessuti, costituito da due piani foderati in tela che, una volta chiusi con il tessuto in mezzo, emettono vapore pressando e aspirando l'umidità formatasi; sono ampiamente usati nelle industrie di confezione.

PRE-STIRO: Operazione che viene effettuata prima della stiratura vera e propria di un capo di abbigliamento, tessuto, maglia o altro; in tale fase viene dato il vapore senza nessuna tensione, così da permettere il naturale ritiro della fibra, ed anche di nascondere eventuali difetti dovuti ad un tiraggio non regolare o per difetti di tensione.

PRÊT-À-PORTER: Voce francese che indica il "pronto moda", ovvero l'insieme di capi di vestiario confezionati in serie, in genere firmato, e che si trovano nei negozi con un'ampia gamma di talgie e varianti colore. In inglese è nominato "Ready to Wear".

PRETINA: Lunga veste maschile di moda tra gli ultimi anni del 1500 e inizio 1600, assai simile alle vesti dei preti, da cui prende il nome, che veniva usata per uscire di casa. Era abbottonata davanti, a volte fino ai piedi, foderata di pelli o pellicce e lunga fino a terra.

PRINCESSE: Sottoveste in seta e pizzo, confezionata anche come abito elegante. Con tale termine viene anche indicato lo stile di fine '800 che ricercava un tipo di abiti femminili più comodo e che non segnasse troppo il corpo; gli abiti erano lunghi, avevano pieghe anteriori e posteriori e strascichi lunghi che venivano abbinati a boleri corti ghette in lana e vacchette. Tale stile venne ripreso poi nel corso del '900 ed è stato rinominato "Fourreau".

PRINCIPE DI GALLES: Espressione che indica un tipo di tessuto cardato e pettinato, con disegno ad intreccio quadrettato, di ispirazione scozzese e di tonalità quasi sempre grigia, applicato a numerosi tessuti in molte varianti che vanno dalla combinazione millerighe con effetto a stella o lied de poule, o grisaglia con disegno damier, e varianti di colore con abbinamenti, oltre che bianco-nero e bianco-marrone, anche con rosso o blu. Divenne popolare alla metà degli anni '20 dal Principe di Galles Edoardo VIII (da qui il nome) durante il suo viaggio a Parigi. In realtà tale tessuto veniva già usato sin dall'800 per abiti di campagna e da caccia. Tale disegno è anche conosciuto come glen urquhart, glen plaid o glen check.

PRISTIS: Viscosa trattata e resa opaca.

PROCESSO ESECUTIVO: Indica la terza di sviluppo di una collezione, che consiste nella realizzazione concreta del prototipo e del campionario, che in seguito verrà presentato ai venditori aziendali e commerciali. Alcuni capi della collezione, possono essere presentati anche ai clienti particolarmente importanti ed opinion leaders.

PRODUCT MANAGER: Figura professionale che assicura la concordanza dell'offerta con i bisogni del mercato. Deve garantire la coesione tra le diverse attività produttive, gestire il singolo progetti dalla fase di definizione creativa alla scelta dei materiali, all'impostazione delle fasi di ricerca e sviluppo, alla realizzazione finale del prodotto.

PROFILO: Sottile bordatura in colore o in tessuto diverso per guarnire un indumento o altro.

PROLON: Termine convenzionale usato per indicare fibre proteiche artificiali derivati dalla caseina e da proteine vegetali. E' usato anche il termine Azlon.

PROSUMER: Neologismo che ridefinisce il consumatore che dopo esser divenuto fonte di ispirazione, influenza la produzione in modo diretto e con un intervento attivo. Il termine venne elaborato da Alvin Toffler per indicare un nuovo soggetto collettivo in cui si identificano produttore e consumatore come unico emittente in grado di determinare, almeno in parte, gli stili di produzione.

PROTEICHE (PR): Detto di fibre artificiali a base di proteine estratte dal latte, dal mais, dagli arachidi e dalla soia.

PROTOTIPO: Modello costruito come esemplare su cui calcolare i costi;è di semplice fattura, in un'unica taglia e colore.

PROVO: Subcultura nata in Olanda negli anni '60 che era caratterizzata da gruppi di artisti,  anarchici, ecologisti, antiautoritari non violenti che agivano provocando (da qui il nome) la società con proteste contro il consumismo e per una realtà più ecologica. Le loro manifestazioni erano non violente e caratterizzate dall'uso del colore bianco, adottato anche nell'abbigliamento che, in ogni caso, era anche simile a quello usato dai beatnik, trasandato, e a volte eccentrico e con capelli lunghi. 

PSYCHOBILLY: Sottocultura ibrida dell'America degli anni '80 che mescola caratteristiche degli stili rockabilly, punk, teddy boy, skinhead con particolari horror. Il tipico stile psychobilly comprendeva vestitini da pin-up, pelle nera con borchie, lurex leopardato, leggings e minigonne per le ragazze; e ciuffi da rocker, occhiali da sole, cinture con fibbie vistose, jeans strappati, creeper e t-shirt con stampe horror per i ragazzi.


PUBBLICITÀ: In ambito moda sono quegli interventi fatti nel piano comunicativo dalle aziende che mirano a promuovere la propria immagine, a farsi conoscere e segnalare la loro presenza sul mercato.

PUBLIC RELATOR (PR): Colui che promuove il buon esito degli eventi organizzati, coinvolgendo direttamente gli operatori del settore e gli opinion leaders per far prevenire, anche attraverso i media, il messaggio aziendale ai consumatori finali.

PULLED WOOL: Tipo di lana proveniente da pecore allevate principalmente  per la produzione di carne, quindi non molto pregiata.

PULLOVER: Maglione di lana, di peso leggero o medio, a manica lunga con scollo a "V" o girocollo; può anche essere privo di maniche e in Italia prende il nome di gilet in lana. La forma abbreviata del nome, molto diffusa nell'area anglofona, è pull.

PUMP: Scarpa leggera, di pelle lucida o opaca, scollata e con tacco basso, che nel Settecento veniva indossata dalla servitù, ma che poi divenne la più diffusa scarpa maschile da ballo, con scollo bordato ed ornato da un fiocco appiattito in grog-grain. E' il classico tipo di calzatura da indossare con il frac o lo smoking.

PUNK: Fenomeno della moda che nasce negli anni '70 a Londra, seguendo l'estetica del brutto e del repellente. E' uno stile aggressivo ed antimoda segnato dall'uso della pelle, di borchie, fibre sintetiche e colori accesi in contrasto col nero. Oggi è rimasto molto vivo negli USA anche con la sua variante di Cyberpunk.

PUNTALE A CUPOLA: Estremità del puntale delle scarpe, tagliate in forma quadrata, che tiene la tomaia leggermente curvata, rinforzandola.

PUNTALE MURATO: Estremità della scarpa che sale in modo verticale dalla suola e gira bruscamente attraverso la parte superiore del piede.

PUNTASPILLI: Cuscinetto ad uso sartoriale di dimensioni variabili, su cui vengono appuntati gli spilli per un uso più immediato e pratico degli stessi.

PUNTA SPILLO: Tessuto liscio satinato, sulla cui superficie sono presenti piccoli punti, simile al granitè, usato soprattutto per confezionare abiti da cerimonia.

PUNTERUOLO: Attrezzo usato dai modellisti per riportare i punti essenziali del modello.

PUNTO DI CUCITURA: Unità di formazione del filo nella produzione di cuciture ed impunture. La cucitura serve per unire due pezzi di tessuto e l'impuntura per la preparazione alla cucitura o per gaurnire e rifinire pezzi cuciti.
I tipi di punti a macchina di cucitura sono:
-CLASSE 100 - PUNTO CATENELLA SEMPLICE: Punti formati da uno o più aghi la cui caratteristica generale è che il cappio del filo ago trascinato dal crochet, va a concatenarsi con il filo dell'ago del punto successivo dopo che l'ago è passato attraverso il tessuto per iniziare il nuovo punto.
-CLASSE 200 - PUNTO A MANO: Punti dalla formazione ed aspetto simili ai punti eseguiti a mano.
-CLASSE 300 - PUNTO ANNODATO: Punti formati da due gruppi di fili che lavorano assieme, il gruppo filo ago ed il gruppo filo crochet; un filo del gruppo dell'ago, una volta passato attraverso il tessuto concatena un filo del gruppo crochet, così da avere una successione continua di punti, costituita da tratti rettilinei di filo.
-CLASSE 400 - PUNTO CATENELLA: Punti formati da due gruppi di fili che lavorano assieme, il gruppo filo ago ed il gruppo filo crochet; nella formazione del punti i cappi del filo ago si formano quando l'ago esce dal tessuto e vengono allacciati e circondati da capi del filo crochet.
-CLASSE 500 - PUNTO SOPRAGGITTO: Punti formati da uno o più gruppi di fili, i gruppi di filo dell'ago, del crochet e del crochet superiore. I cappi di un gruppo di fili passano sopra i bordi del tessuto.
-CLASSE 600 - PUNTO ORNAMENTO: Punti con copertura superiore formato il filo dell'ago ed i fili crochet di copertura che coprono i lembi del tessuto superiormente ed inferiormente.
I tipi di punti a mano di cucitura sono:
-PUNTO CROCE: Punto che oltre che per ricamo, viene usato anche per impedire che i lembi delle cuciture si sfilaccino. E' anche detto punto strega o incrociato.
-PUNTO DA SARTO: Simile al punto indietro, ma molto più allentato, con cui i sarti segnano le linee di cucitura di un indumento.
-PUNTO FILZA: Susseguirsi di punti di eguale lunghezza che vanno da destra verso sinistra; viene usato per imbastire.
-PUNTO INVISIBILE: Punto usato per fissare orli e paramonture; i punti sono nascosti fra i due lembi di tessuto e non sono visibili sul diritto. Anche detto punto cieco.
-PUNTO LENTO: Punti che si eseguono per segnare il contorno del modello prendendo simultaneamente due lembi di stoffa; una volta eseguiti, le due parti del tessuto vengono aperte ed i fili tagliati a metà ottenendo così due parti segnate in modo identico.
-PUNTO MOLLE: Punto usato per rilevare dei segni sul tessuto doppio, che si formano facendo il punto indietro molto allentato; i lembi di tessuto vengono poi allargati ed il filo tagliato. Detto anche punto marche.
-PUNTO MOSCA: Chiamato anche punto strega, serve per assicurare le parti di stoffa ripiegate quando, per evitare spessori, non si esegue l'orlo, o per assicurare margini di tessuto che verranno poi ricoperti di fodera. 
-PUNTO IMBASTITURA: Consiste nel fare i punti alternati più o meno lunghi per unire delle parti di tessuto.
-PUNTO IMPUNTURA: Partendo da destra verso sinistra, si da il punto e si torna indietro per prendere dove si è infilato l'ago per il punto precedente e si da un secondo punto lungo che oltrepassi l'uscita del filo di tanto quanto era il punto dato precedentemente. Cucitura usata sui tessuti delicati per sostituire quelle a macchina.
-PUNTO INDIETRO: Punto che si esegue partendo da destra verso sinistra prendendo alcuni fili del tessuto e tornando indietro, prendendo metà del punto precedente.
-PUNTO ORLO: E' usato per fissare tutti i tipi di orli e per rifinire il rovescio di un profilo.
-PUNTO PERSO: Insieme di filze asimmetriche che si usano per unire in modo invisibile due parti di alcuni tessuti come il panno ed il feltro; è usato anche per  rammendi e per rinforzare parti di tessuto lisi dall'usura.
-PUNTO RESCA: Chiamato anche sopraggitto antico, serve per unire due parti di tessuto con vivagno o bordi che non sfilino. Si presenta come una cucitura piana che può servire come guarnizione. 
-PUNTO SOPRAFFILO: Successione di punti obliqui eseguita sui margini privi di cimosa per evitare che questi sfilino.
-PUNTO SOPRAGGITTO: Serve per unire due parti con vivagno o comunque con bordi che non sfilino tenendoli uniti. Anticamente veniva usato per unire le tele di lenzuolo, ora per unire parti di pellicce.
-PUNTO SOTTOPUNTO: Punto usato per ribattere le cuciture, chiamato anche punto ribattitura.
-PUNTO TUNNEL: Punto usato per cucire le scarpe.

PURGA: Preparazione fondamentale attuata agli articoli di maglia tinti in pezza o in filo, prima delle altre lavorazioni. Questa fase assolve ai compiti di rimozione delle paraffine, degli oli, dello sporco, delle macchie ed impurità delle fibre.

PUSH-UP: Termine Anglosassone che indica il reggiseno che sostiene il seno aumentando il volume della scollatura.

PVC: Sigla che indica il cloruro di polivinile, materiale sintetico usato per la confezione di indumenti in simil-pelle, creato nelgi anni '30 come derivato di materiali di scarto. Molto usato negli anni '60 e lavorato sopra basi di jersey di poliestere, soprattutto per confezionare giacconi e pantaloni.

PIJAMAS: Voce indiana  che in origine indicava un tessuto di cotone a righe larghe.

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