venerdì 15 agosto 2014

BIKERS

"Contro cosa ti stai ribellando Jonny?"
"Tu cosa proponi?"
(Il Selvaggio)






Lo stile dei Bikers, iniziò a svilupparsi dopo la Seconda Guerra Mondiale come simbolo di fuga ed insoddisfazione nei confronti della vita domestica a cui i reduci di guerra non si sarebbero mai potuti adattare; adottando jeans arrotolati, pesanti stivali con fibbie, t-shirt e giacche in denim, tutti capi robusti appartenenti alla classe operaia, i bikers avevano l'intento di distinguere chi li indossava dagli uomini della classe media americana in giacca e cravatta; negli States degli anni '40 e '50, in un clima dominato anche televisivamente dal crescente conformismo, essi si staccavano così sia da ogni tentativo di mimesi con le classi alte, sia da qualsiasi modello motociclistico precedentemente proposto. 
Adottando con orgoglio uno stile genuinamente working-class, nato per rispecchiare anche la dura fatica della strada, la passione per i viaggi e per le moto, crearono un precedente destinato a perpetuarsi anche per chi su una motocicletta non sarebbe mai salito.
Anche se proposto in un secondo momento, il capo più tipico era il chiodo in pelle nera, creato dal produttore americano Scott su richiesta di un concessionario Harley Davidson. I giubbotti, che fossero in denim o in pelle, venivano poi adornati con borchie, catene o patch riportanti, in alcuni casi, il nome della banda di Bikers di appartenenza.
Il loro modo di apparire così duro e cattivo, l'amore per i viaggi, l'evasione, l'autodeterminazione e il rifiuto di alcune regole e del conformismo, regalò ai Bikers un'immaginario negativo, ribelle ed inaffidabile da cui tenersi alla larga.
Cinematograficamente i Bikers per eccellenza che tutti ricordano sono Marlon Brando, nel film "Il Selvaggio" del 1953 (che diede il via alla nascita di numerose bande di motociclisti), James Dean e Bruce Byron.



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