martedì 17 giugno 2014

DANDY

"Il dandismo non è neppure, come sembrano credere molti sconsiderati, un gusto sfrenato del vestire e dell'eleganza materiale. 
Per il dandy perfetto tali cose sono unicamente un simbolo della superiorità aristocratica del suo spirito".
(C. Boudelaire - "Il pittore della vita moderna")





Il dandismo è un fenomeno della moda diffusosi in Francia ed Inghilterra nel XIX secolo.
La mentalità dandy va contro tutto ciò che rappresenta il progresso dell'800, il lavoro, l'arricchimento, ed è caratterizzata da un atteggiamento nostalgico verso l'epoca in cui l'aristocrazia veniva socialmente riconosciuta come classe superiore, in cui chi era ricco era naturalmente privilegiato e libero di riposare senza tanti scrupoli.
I dandy venivano considerati eccentrici, démodé, effeminati, annoiati, raffinati, imprevedibili ed incostanti; non seguivano i dettami della moda, piuttosto davano vita a quei particolari e dettagli nell'abito, che li distinguessero dalla massa.
Nell'abbigliamento del dandy, caratterizzato da attillati pantaloni al ginocchio in velluto, giacche da frac con le code, camicie bianche e scarpe in vernice, è facile riscontrare particolari come guanti e fazzoletti dai colori accesi, le cravatte annodate e piegate alla perfezione, papillon, i fiori rari portati all'occhiello delle giacche e bastoni da passeggio.
Il primo dandy della storia fu l'inglese George "beau" Brummel, ma quelli che tutti ricordano come i simboli del dandismo sono l'irlandese Oscar Wilde, che sovente indossava giacche corte e panciotti, il francese Charles Baudelaire, che indossava lunghe mantelle nere con larghi papillon, e l'italiano Gabriele D'Annunzio con i suoi completi colorati e camicie inamidate.


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